Anche dopo le dimissioni del primo ministro giapponese Abe, l’Abenomics continuerà

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Il primo ministro giapponese Abe ha rassegnato le sue dimissioni per motivi di salute, e questo pone interrogativi sul suo successore e sul destino della politica monetaria e fiscale ultra espansiva, conosciuta come “Abenomics”. La scelta di Abe ha anche generato speculazioni su una possibile elezione anticipata. Considerando la maggioranza del partito Liberal Democratico (LDP) in Parlamento, il prossimo presidente del partito è destinato a diventare il prossimo Primo ministro del Giappone. Il LDP probabilmente eleggerà il suo nuovo capo il 14 settembre, e i membri della Dieta del partito giocheranno un ruolo dominante.

Attualmente, sono tre i contendenti: il primo è capo dell’ufficio di gabinetto Suga, 71 anni, che è stato il “braccio destro” di Abe negli ultimi otto anni e si ritiene offrirà continuità. Un potenziale “ribelle” è l’ex segretario generale del LDP Ishiba, che registra il più alto sostegno nei sondaggi dell’opinione pubblica, ma una posizione più debole tra i membri della Dieta LDP. Infine, si è fatto avanti il ministro degli Esteri Kishida, 63 anni. È considerato la preferenza personale di Abe, ma non è molto conosciuto al grande pubblico.

Per il momento, le maggiori probabilità ricadono sul candidato Suga e, nell’insieme, i pretendenti che offrono continuità sembrano essere in una posizione migliore. Ciò implica che non ci aspettiamo un cambiamento importante a breve termine nell’Abenomics. C’è anche molta speculazione su elezioni anticipate. L’argomento principale a favore è che un nuovo Primo Ministro, nominato appunto a seguito di elezioni, beneficia in genere di un maggiore sostegno pubblico. D’altra parte, un nuovo Primo Ministro potrebbe voler innanzitutto portare rapidamente il Giappone fuori dalla recessione e dalla crisi del Covid-19, prima di indire nuove elezioni. Sebbene non vi sia una visione chiara, i mercati sembrano prevedere elezioni anticipate.