Infrastrutture, opportunità grazie alla lotta al climate change

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La pandemia di Covid-19 ha colpito in maniera significativa la maggior parte dei paesi del mondo. Mentre i governi si muovono per mitigarne gli effetti sulla sanità pubblica e per sostenere le economie attraverso politiche monetarie e fiscali, molti si chiedono se tra le misure di stimolo ci saranno anche investimenti in infrastrutture. Dal nostro punto di vista riteniamo che questo avverrà, ma la maggior parte sarà concentrata su progetti di minor portata. Tuttavia, nel lungo termine, ci sono diversi fattori che fanno guardare con ottimismo a questa asset class, tra cui in particolare la lotta al climate change.

A livello globale, il cambiamento climatico si sta sempre più affermando come una questione fondamentale. Secondo un sondaggio di YouGov del 2019, in molti paesi la maggioranza delle persone pensa che i cambiamenti climatici causeranno gravi danni economici e rischiano di minacciare la sostenibilità delle città.

Combattere il cambiamento climatico richiederà investimenti sostanziosi. Per quanto riguarda i progetti attualmente in corso e quelli che dovranno essere programmati, consideriamo l’Australia come un interessante caso studio. Una stima che escluda un cambio di paradigma sulle emissioni fa ipotizzare comunque una significativa riduzione delle stesse, principalmente attribuibile alla diminuzione delle emissioni nel settore dell’elettricità (Grafico 1). Questo scenario non considera però le enormi opportunità di riduzione delle emissioni negli altri settori. Per raggiungere l’obiettivo “zero emissioni” entro il 2050, il mondo dovrà investire nella riduzione delle emissioni anche nelle infrastrutture.

 

Grafico 1: Le opportunità per la riduzione delle emissioni

Fonte: Energetics, 2019

 

Ci aspettiamo dunque una significativa spinta globale verso l’obiettivo zero emissioni entro il 2050. Come arrivarci? I governi si stanno di certo impegnando di più in tal senso. L’Europa, in particolare, vuole diventare più green tramite le rinnovabili, i veicoli elettrici e lo stoccaggio di energia. L’UE vuole arrivare all’obiettivo zero missioni entro il 2050, e il recente pacchetto di stimolo fiscale comprende molte iniziative in questo senso. Negli Stati Uniti, sette stati hanno preso l’impegno di raggiungere quota zero entro il 2050. Altri quattro si sono impegnati per far sì che il 50% del proprio paniere energetico derivi da fonti rinnovabili, e il ritmo di questi cambiamenti è in aumento. In Australia, tutti gli stati e i governi locali si sono impegnati a raggiungere l’obiettivo zero emissioni entro il 2050, anche se il governo centrale continua ad andare a rilento sul tema.

Le iniziative sul cambiamento climatico incentrate sulla ristrutturazione e il miglioramento delle infrastrutture nel settore dell’edilizia appaiono quindi convincenti. Gli Stati Uniti perdono ogni giorno l’equivalente di 7.000 piscine olimpioniche di acqua a causa delle perdite da tubazioni e in generale dai problemi della rete idrica. L’ammodernamento delle infrastrutture idriche richiederà un’enorme quantità di capitali. Gli edifici dovranno essere resi più efficienti e anche i settori dei trasporti, dell’industria manifatturiera e dell’agricoltura richiederanno investimenti significativi. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia il settore energetico richiederà – in uno scenario coerente con le politiche attuali – circa 1,3 trilioni di dollari di investimenti annui su base globale nei prossimi 20 anni, e addirittura 1,7 trilioni di dollari annui nello scenario più sostenibile (Grafico 2).

Grafico 2: Investimenti annuali medi globali nel settore dell’energia

Dati aggiornati al 21 novembre 2019. Fonte: Agenzia Internazionale dell’Energia.

 

Gran parte di questa spesa sarà destinata alle reti, alla trasmissione e alla distribuzione e si occuperà di cambiare il modo in cui utilizziamo l’elettricità e il gas e le altre reti energetiche. Ciò comporterà una crescita degli asset sottostanti, fornendo rendimenti interessanti per gli azionisti.

Nei mercati quotati ci sono sempre periodi di volatilità, come abbiamo visto attraverso la pandemia COVID-19. Ma nel lungo periodo siamo convinti che, con l’ondata di investimenti in infrastrutture a sostegno delle iniziative per contrastare il cambiamento climatico, gli investitori potranno togliersi molte soddisfazioni.