L’engagement oggi, stessi obiettivi ma nuovi strumenti (e settori)

EOS - Federated Hermes -

La pandemia ha sconvolto il panorama del business, con un costo umano ed economico impressionante: quasi 2 milioni di morti, una flessione attesa del Pil globale del 4,4%, debito pubblico a livelli record e tasso di disoccupazione in rapida crescita. Tali condizioni eccezionali hanno cambiato il nostro approccio nei confronti dell’engagement. Obiettivo degli investimenti è creare una ricchezza sostenibile a lungo termine e una stewardship efficace è il principale strumento attraverso cui gli istituzionali possono raggiungere tale obiettivo per gli investitori.

Per questo motivo, la nostra attività di engagement si concentra sul garantire che le società siano gestite in modo responsabile e abbiano una corretta gestione in grado di creare valore sostenibile nel lungo periodo, oltre che per migliorare la vita dei dipendenti, promuovere la diversità e sostenere le comunità. Le società dovrebbero farlo contribuendo al tempo stesso alla collettività in senso più ampio, pagando le tasse e promuovendo il miglioramento e la tutela dell’ambiente e della salute. Quando questi aspetti sono concreti e rilevanti, sono in grado di migliorare la performance finanziaria delle società a beneficio degli investitori.

Cosa significa fare engagement in piena pandemia ….

EOS, il team di Federated Hermes dedicato alla stewardship con un patrimonio sotto consulenza (asset under advice) di circa 1.200 miliardi di dollari, l’anno scorso ha svolto attività diengagement con 1.245 società (quasi +20% rispetto al 2019) coprendo 3.942 progetti (+38% su base annua) di cui quasi la metà (46%) collegato a uno o a dei Sustainable Development Goal (Sdg) delle Nazioni Unite.

Oltre alle interazioni (inclusi incontri, telefonate e lettere) con le società, abbiamo anche avuto 235 interazioni (+23% rispetto al 2019) con soggetti istituzionali, standard-setter e altri soggetti con l’obiettivo di identificare e raggiungere obiettivi di politica pubblica e best practice di mercato.

… e cosa cambierà nel 2021

Al netto di poche eccezioni, siamo rimasti ben impressionati dalla risposta che la maggior parte delle società ha messo in campo dinanzi alle sfide della pandemia. Inoltre, nonostante la pandemia, molte grandi società hanno mantenuto l’attenzione sui driver di lungo periodo, con per esempio più di 1.500 società che hanno comunicato l’obiettivo di azzerare le emissioni nette.

Nel 2021 ci concentreremo sui principali driver di valore nel lungo periodo:

  • Cambiamento climatico: Con lo slittamento a novembre della COP 26 di Glasgow, il cambiamento climatico continuerà a essere la nostra principale priorità, cercando di raggiungere solide strategie aziendali a impatto zero. Andremo oltre i settori tradizionali ad alta intensità energetica (come la fornitura di energia e i trasporti) cercando strategie a zero emissioni in linea con gli accordi di Parigi anche in settori legati ai capitali, concentrandoci sulle banche e incoraggiando il passaggio a schemi alimentari sostenibili che evitino la deforestazione e proteggano la biodiversità. Cercheremo anche di assicurare approcci sostenibili alla transizione dalla CO2 attraverso pozzi di carbonio naturali e cercheremo di promuovere l’adozione del voto “say on climate” nelle riunioni annuali degli azionisti delle società interessate, supportato da una solida analisi delle strategie e delle performance in ambito climatico;
  • Diritti umani e del lavoro: oltre alla consueta attività di engagement in questo ambito, da sempre una nostra priorità, monitoreremo con maggior attenzione la tutela dei diritti umani e del lavoro durante e dopo la pandemia, fattore che sta esacerbando le disuguaglianze, aumentando i rischi legati a condizioni di lavoro inaccettabili (vera e propria schiavitù moderna e bassi salari) e limitando l’accesso a necessità fondamentali come cibo e farmaci, compresi i vaccini contro il Covid. Ci concentreremo ulteriormente sui diritti “digitali”, come le minacce al diritto alla privacy dei dati e alla libertà di espressione attraverso lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Continueremo anche a promuovere l’applicazione in azienda dei “Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani, il prossimo decennio di attuazione degli UNGP”.
  • Gestione del capitale umano: La pandemia ha fatto luce sulle relazioni dei datori di lavoro con i loro dipendenti. La tragica morte di George Floyd ha inoltre rinvigorito il movimento antirazzista negli Stati Uniti e nel mondo. Nel 2021, le nuove aree di attenzione includono la richiesta di una strategia e un piano d’azione per colmare il divario salariale etnico e raggiungere una rappresentanza etnica proporzionata a tutti i livelli. Anche l’avanzamento dell’uguaglianza di genere nella leadership aziendale, nell’alta dirigenza e in tutte le organizzazioni rimane un tema importante, con molte società ancora carenti sul fronte delle pari opportunità. Altrettanto rilevante è che le società promuovano l’inclusione in tutte le sue forme e garantiscano che non sia permessa alcuna forma di pregiudizio. Le società dovrebbero anche sviluppare la cultura desiderata e la proposta dei dipendenti per migliorare la fedeltà e il benessere della forza lavoro nel contesto post pandemico.
  • Efficacia del board: Nel 2021, per migliorare la qualità della performance dei board e del processo decisionale aziendale, ci concentreremo sull’assicurare che i consigli di amministrazione apportino miglioramenti alla diversità etnica almeno pari ai recenti progressi in termini di parità di genere, con l’obiettivo di ottenere una rappresentanza che rifletta la diversità stessa degli stakeholder. Chiederemo anche ai consigli di amministrazione di fare tesoro delle lezioni apprese con la pandemia, compresa la possibilità di avere board più diversificati a livello internazionale, grazie a pratiche di lavoro a distanza più efficaci. Continuiamo dunque a essere focalizzati nel migliorare il funzionamento dei consigli, non solo la loro sua composizione e struttura.

Breve termine vs lungo periodo

Inoltre, una volta messa alle spalle la pandemia, ci concentreremo sulle società che dispiegano un obiettivo commerciale e un modello di business sostenibile, tanto nel breve termine quanto nel lungo periodo:

Nel breve terminela risposta aziendale alla pandemia

La pandemia ha evidenziato l’interdipendenza critica del business con i principali stakeholder, inclusi governo e dipendenti, ma questa è ora a rischio a causa della necessità di ottenere ritorni finanziari nel breve periodo. Incoraggeremo e sosterremo le società a definire una finalità aziendale chiara e significativa, che aiuti a guidare la strategia e a identificare azioni a breve termine volte a fornire valore nel lungo periodo. Nel frattempo, a seguito del sostegno senza precedenti alle attività di matrice governativa, attraverso schemi come il sostegno al licenziamento e gli interventi delle Banche centrali, esorteremo le società ad agire responsabilmente in aree critiche come le buone pratiche di impiego, il pagamento di livelli appropriati di tassazione e livelli giustificabili di remunerazione dei dirigenti;

Più a lungo termineevitare la prossima crisi

La pandemia ha anche messo in evidenza i rischi per il business quando l’attività umana si spinge verso i confini del pianeta, o anche oltre. Pertanto, oltre ad affrontare la crisi climatica, ora ci aspettiamo che le società mettano in atto strategie per ottenere un impatto positivo netto sulla biodiversità, eliminare la deforestazione ed evitare di contribuire allo sviluppo di “superbatteri” resistenti agli antibiotici. Le società, infine, devono mettere in atto sistemi di gestione del rischio più completi per sostenere la resilienza a lungo termine dinanzi al rischio di impatti aziendali imprevedibili.