Mogg: +25% nell’anno della pandemia. E senza Salone del Mobile

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“Se la pandemia ci fosse stata 6/7 anni fa sarebbero stati dolori, dal nostro punto di vista, ma, per fortuna il 2020 ha retto bene” mette in chiaro Nicola Galbiati, fondatore e ideatore di Mogg. E possiamo anche dire molto bene guardando ai numeri snocciolati: “a marzo abbiamo segnato -30%, ad aprile -90%, a maggio -60%, ma a giugno siamo tornati in territorio positivo e a settembre avevamo recuperato integralmente quanto lasciato per strada nei primi mesi dell’anno. Su base annua, abbiamo chiuso con un +25%”.

Merito di un trend di crescita pluriennale che ha travasato fisiologicamente anche in un anno così particolare e di un’organizzazione snella in grado di fare i conti con limitazioni e provvedimenti di varia natura discendenti da ragioni di contenimento dell’epidemia. Al netto del primo lockdown, Mogg non si è mai fermata pur facendo i conti con rallentamenti nella catena di approvvigionamento, che hanno ritardato produzione e consegne soprattutto nell’ultimo trimestre del 2020. Senza però pagarne il conto in quelle attività regolarmente curate all’interno dell’azienda e che vanno dal magazzino al reparto di montaggio, al controllo qualità fino all’imballaggio. “I cambiamenti ci sono stati sul lato commerciale” spiega Galbiati. Che traccia una linea tra tutto quanto era già stato avviato e tutto quanto ruota intorno alla costruzione del nuovo: nuove relazioni tanto quanto nuovi clienti. “La nostra clientela finale l’abbiamo raggiunta con i nostri agenti, quindi senza troppe noie” – continua l’ideatore di Mogg. “Sono piuttosto i potenziali nuovi clienti quelli su cui abbiamo un punto interrogativo”. La dinamica è semplice: clienti e relazioni già avviate hanno superato la prova. Anche merito di una ragione pratica legata alla tipologia di clientela: “ci rivolgiamo ad una fascia alta che ha tendenzialmente indirizzato verso l’acquisto di nostri prodotti una parte di quella quota che, negli anni precedenti, aveva destinato a viaggi e tempo libero, voci di spesa venute meno per ovvie ragioni” spiega Galbiati.

Come saranno dunque i prossimi mesi? “Saranno mesi in cui avremo – a quanto pare – due edizioni del Salone del Mobile a brevissima distanza” (la prossima al momento è prevista il prossimo 5 settembre). E le domande sul ruolo delle fiere di settore non mancano. Perché se da un lato è intuibile aspettarsi un rigurgito di manifestazioni e presenze non appena sarà di nuovo possibile, dall’altro c’è da guardare con maggior attenzione a questa tipologia di eventi nel medio e lungo periodo. “Eventi che di certo sono trampolino difficilmente sostituibile verso nuovi contatti e nuovi clienti business, ma che, nel complesso, potrebbero anche perdere importanza nei prossimi anni”. E che probabilmente non saranno in grado di fiaccare il trend in crescita dell’e-commerce che potrebbe portarsi dietro il successo di quest’anno anche una volta messa alle spalle la pandemia. Anche da qui l’opportunità di aggiornare costantemente i nostri clienti – guardando anche ai possibili nuovi acquirenti – attraverso la collaborazione con Design Italy.

Guardando dunque ai prossimi anni a conti fatti l’unica minaccia potrebbe derivare da un’onda di ritorno sulla scia di una crisi più ampia: “il mio timore, al momento, è che le difficoltà generali presenti in altri ambiti portino l’anno prossimo ad una contrazione di spesa per il nostro settore” conclude Galbiati.