Cosa succederà nel post quota 100

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Con la doverosa premessa che quota 100 era misura sperimentale con cadenza triennale e non era mai circolata ipotesi di un suo rinnovo, se mai ce ne fosse stato bisogno, si è ricavata la conferma del suo venire meno al 31 dicembre di quest’anno dalla lettura della prima bozza circolata del Piano Nazionale di ripresa e resilienza poi analizzato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 24 aprile e  che si accinge a intraprendere l’iter di approvazione definitiva alle Camere per il successivo varo da parte del Consiglio dei Ministri e l’invio a Bruxelles per richiedere le risorse del Next Generation Eu.

Era infatti scritto , in maniera estremamente sintetica ma molto eloquente, che in tema di pensioni la fase transitoria di quota 100 si conclude a fine anno. Nella versione definitiva il riferimento puntale a quota 100 non c’è probabilmente per le numerose considerazioni subito sorte in ambito politico e sindacale ma al di là dell’aspetto formale dal punto di vista sostanziale l’indirizzo non sembra modificarsi.

Va anche sottolineato come nel Documento di Economia e Finanze approvato dal Parlamento si evidenzia come rispetto alla legislazione immediatamente precedente, gli interventi successivi e, in particolare, le misure contenute nel Decreto Legge n. 4/2019 convertito con Legge n. 26/2019 (che introduce proprio quota 100 e sterilizza l’indicizzazione automatica dell’età di pensionamento anticipato alla speranza di vita fino al 2026)  incluse nello scenario a normativa vigente producono, nel periodo 2019-2035, un incremento di incidenza della spesa pensionistica in rapporto al PIL pari, in media, a circa 0,2 punti annui, con profilo progressivamente decrescente a partire dai primi anni di previsione, ove è più concentrata la maggiore incidenza della spesa in rapporto al PIL Si attiverà ora da parte del Governo con il contributo delle diverse forze politiche della maggioranza un confronto con le rappresentanze sociali per individuare una nuova soluzione di flessibilità in uscita che si affianchi alla pensione di vecchiaia e alla pensione anticipata (e che affronti altri temi come la pensione contributiva di garanzia per i giovani, la rivalutazione delle pensioni, il rilancio della previdenza complementare).

Andando al prossimo futuro, quale potrebbe essere il perimetro dei nuovi canali di pensionamento in fieri ? 

Tra le ipotesi di cui si discute vi sono in primo luogo una proroga ulteriore di opzione donna e Ape sociale che ugualmente hanno scadenza al 31 dicembre di questo anno dopo il differimento di un anno che era stato inserito nella scorsa Legge di Bilancio.

Si discute anche di una eventuale quota 102 con 64 anni di età e 38 anni di contributi.  Tra le proposte vi è anche quella di un pensionamento anticipato con 41 anni di anzianità contributiva indipendentemente dal requisito di età.  Per favorire il turnover generazionale nelle imprese si ipotizza poi un ulteriore restyling del contratto di espansione abbassando la soglia dimensionale delle aziende coinvolte e dell’isopensione nonché un utilizzo più ampio dei fondi di solidarietà