Lemanik: puntiamo sull’equity con energia e finanziari

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“Nonostante le forti performance di mercato che potrebbero portare a potenziali correzioni minori, a nostro avviso lo scenario generale continua a essere favorevole all’equity. Continuiamo a preferire i titoli e i settori coinvolti nel “reflation trade” e nelle “riaperture”, come energia e finanziari”. È la view di Andrea Scauri, gestore del fondo Lemanik High growth.

I mercati azionari globali hanno continuato a seguire una tendenza al rialzo nel mese di agosto, con l’S&P500 e il Nasdaq che hanno raggiunto nuovi massimi storici. Anche i mercati azionari europei sono stati positivi, mentre gli indici dell’Asia-Pacifico hanno sottoperformato a seguito del recente inasprimento normativo da parte del governo cinese su vari settori e le dichiarazioni del presidente Xi Jinping a favore di una più equa distribuzione del reddito, accennando così al rischio di nuove restrizioni su ulteriori settori o alla possibilità di una maggiore pressione fiscale per i più ricchi. Una stagione dei resoconti particolarmente positiva e i timori che le banche centrali abbandonino troppo in fretta i piani di stimolo hanno più che compensato il rallentamento dello slancio positivo della crescita globale rispetto ai mesi precedenti, causato dalla diffusione della variante Delta e da problemi con varie catene di approvvigionamento.

Nel frattempo il discorso del presidente della Fed Powell al simposio virtuale di Jackson Hole ha confermato i toni generalmente accomodanti. Powell ha confermato che, salvo imprevisti – soprattutto in termini di pandemia – l’obiettivo della Fed è quello di iniziare a ridurre il ritmo degli acquisti di asset quest’anno, ma anche che il tapering non è un preludio a un’imminente stretta sui tassi di interesse. Per quanto riguarda i prossimi passi, una riduzione degli acquisti sembra ancora molto probabile per novembre o dicembre. Il prossimo rapporto ufficiale sul mercato del lavoro sarà fondamentale in questo senso.

Lo scenario  continua comunque a essere quello di una crescita economica sempre robusta, un’inflazione strutturalmente più alta rispetto al passato anche se in calo rispetto ai livelli attuali e tassi di interesse sempre bassi, poiché le banche centrali devono sostenere e finanziare le politiche fiscali aggressive dei governi. I rischi principali sono legati a molte variabili: un’eventuale decisione inattesa da parte delle banche centrali di far salire troppo rapidamente i tassi di interesse a lungo termine mentre l’economia è ancora in ripresa; un marcato allargamento degli spread ad alto rendimento, con un aumento del numero di società in preda all’insolvenza e/o una pressione sui margini operativi a causa di un aumento troppo rapido del costo delle materie prime e dell’inflazione; un ritorno dell’instabilità politica interna.

“In questo contesto, nel nostro portafoglio restiamo selettivi e concentrati su pochi nomi di qualità”, conclude Scauri. “È il caso di Danieli, che combina crescita, multipli a buon mercato e tendenze a lungo termine legate alla decarbonizzazione dell’industria dell’acciaio. Abbiamo aumentato la nostra posizione sulle banche dopo la performance negativa di inizio luglio. Tra gli industriali, abbiamo aumentato la nostra posizione su Atlantia, sulla base di un bilancio molto più pulito dopo la finalizzazione della cessione di Aspi”.