Natale online? Non così meno rispetto all’anno scorso

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Il più classico dei countdown pubblicitari, e non solo, è partito ormai da un po’ con il più frequente degli slogan proprio di queste occasioni: mancano meno di 100 giorni al Natale. E quindi è partita anche la corsa allo shopping che, almeno sulla carta, dovrebbe far ingranare definitivamente le marce più alte al settore dei consumi in Italia – già in ripresa da mesi ad onor del vero sulla scia delle riaperture post-pandemiche combinate con la possibilità di sbloccare una quota di liquidità tenuta ferma dai consumatori nei mesi precedenti.

La lettura degli ultimi dati di Confcommercio è eterogenea: le previsioni macroeconomiche per il biennio 2021-2022 parlano di consumi rispettivamente in crescita del 4,9% e del 3,5%. E, ampliando il campo, il PIL dovrebbe attestarsi nello stesso biennio intorno a +5,9% e +4,3%. Naturalmente, però, lo slancio non è detto riesca a travasare su tutti i settori, nonostante la storica spinta tipica delle settimane che anticipano il Natale.

Il trend più interessante è quello del segmento tecnologico. Due spinte contrastanti complicano – e rendono al contempo più interessante – l’analisi: da un lato, il boom legato al trend dello stay-at-home causato dalle restrizioni degli anni scorsi ha gonfiato i ricavi del settore tecnologico, dall’altro è sorprendentemente basso il numero di consumatori italiani che è pronto a farne anche solo parzialmente a meno come emerge dall’ultimo sondaggio condotto da Mastercard sul tema: solo 1 italiano su 3 (33,6%) è disposto a rinunciare alle innovazioni tecnologiche scoperte l’anno scorso.

Quindi il segmento tecnologico continua a guidare non solo i consumi ma anche le modalità d’acquisto. Secondo l’ultimo sondaggio condotto da Sitecor, infatti, in Italia il 53% dei consumatori intervistati anche quest’anno dividerà equamente la spesa programmata per Natale tra acquisti online e in negozio fisico. Ed a proposito di negozi fisici, l’88% degli intervistati, concentrati nella fascia più giovane della popolazione, individua come una priorità che i rivenditori offrano più prodotti e servizi appartenenti a minoranze – indirizzando quindi le proprie previsioni di spesa verso settori e prodotti di nicchia. Ed infine un campione pari al 70% dichiara di non avere necessità di acquisti “pratici” ma preferirà spendere in “esperienze”.

Per quanto riguarda il settore moda nello specifico, l’onda lunga della ripresa lascia sperare in un’ultima parte dell’anno florida. L’esame dei primi sei mesi dei principali player del settore ha evidenziato a livello globale una crescita dei consumi dei beni di lusso per la persona del 18% in media, mentre l’Ebitda sale da +23% (nelle rilevazioni di inizio 2021) a +30% (registrato poche settimane fa), trainato dai consumi domestici, in particolare quelli cinesi e americani, e dal boom delle vendite online (le stime si attestano su una previsione del 30% della quota di vendite attraverso canali digitali). Traiettoria in crescita anche per quanto riguarda il segmento arredo che, soprattutto in Italia, godrà fino al prossimo 31/12 di un sostegno fiscale, il cosiddetto bonus mobili, in grado di trainare la spesa fino a Natale.