Pro soluto e pro solvendo: tipologie di cessione del credito

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La cessione del credito è il trasferimento di denaro da una persona ad un’altra, ovvero dal cedente al cessionario. In base alla tipologia di cessione del credito, cambiano gli obblighi di entrambi le parte e le dinamiche.

In generale, il cedente vanta di un credito nei confronti di un debitore, che prende il nome di ceduto. Ancora prima di riscuotere il credito, il cedente può stipulare un accordo per cedere il credito ad un altro soggetto (il cessionario). Nella maggior parte dei casi, il cedente stipula questo accordo quando necessita di liquidità.

Il debitore non ha potere di opporsi alla cessione del credito da parte del cedente e non è necessario un suo consenso per stipulare il contratto. Tuttavia, non è possibile effettuare una cessione del credito se la prestazione del debitore ha carattere personale o è vietata dalla legge.

È possibile distinguere due modalità di cessione del credito: il factoring pro soluto e il pro solvendo, che vedremo nel dettaglio nei paragrafi seguenti.

Cessione del credito pro soluto e pro solvendo: le differenze

Il credito può essere di diversa natura: commerciale, ovvero è attinente all’esercizio d’attività d’impresa, fiscale e d’imposta come nel caso dei bonus fiscali, crediti d’imposta riconosciuti alle imprese e così via.

Le due principali modalità di cessione del credito si distinguono in: cessione del credito pro soluto e cessione pro solvendo. Entrambi si distinguono perché comportano obblighi e situazioni diversi.

Quando si applica una cessione del credito pro soluto, il cedente si libera di tutte le responsabilità in merito all’adempimento del debitore. L’obbligo del cedente è provare che il credito esiste e può essere ceduto, ciò significa che tutti i rischi sono a carico del cessionario. Rappresenta la formula più utilizzata, tuttavia, comporta delle commissioni più elevate.

Nel caso di una cessione del credito pro solvendo, invece, il cedente deve garantire che il debitore eseguirà la prestazione e in caso di inadempimento il cessionario può rivolgersi direttamente al cedente che è obbligato a pagare la somma dovuta dal debitore. In questo caso, quindi, il rischio d’inadempimento è a carico del cedente.

Factoring pro soluto e pro solvendo: in cosa consiste

Il factoring è un esempio di cessione del credito e anch’esso può manifestarsi nelle forme pro soluto e pro solvendo. Attraverso il factoring, le imprese possono cedere un credito di natura commerciale alle banche, che trasferiscono la liquidità all’azienda cedente.

Il factoring pro soluto permette all’impresa cedente di liberarsi del rischio d’inadempimento da parte del debitore, che ricade sulla banca. L’impresa si libera di ogni responsabilità e riceve la liquidità richiesta, per questo motivo è una formula molto utilizzata.

Nella formula di factoring pro solvendo, come nel caso di un privato, l’impresa è responsabile nel caso di insolvibilità del debitore, ma la banca offre una maggiore liquidità.

In genere, i consulenti consigliano di valutare diversi aspetti prima di scegliere quale formula applicare, tra cui: l’ammontare del debito e le condizioni di finanziabilità dell’impresa. Quest’ultima rappresenta l’elemento chiave per decidere se può valere la pena cedere un credito o meno.