Cop 26: rischia di essere un fallimento per il clima?
Durante la conferenza ONU COP 26 sul clima a Glasgow, che durerà fino al 12 novembre, gli stati firmatari del COP 21 (Accordo di Parigi) dovranno aggiornare gli impegni presi nel 2015 – e ormai insufficienti – sul taglio delle emissioni di gas serra. Benché la consapevolezza stia aumentando, i primi risultati sono al di sotto aspettative.
La pandemia è stata solo una breve pausa
Il diffondersi della pandemia ha rappresentato una breve parentesi positiva, ma con la ripresa delle attività economiche le emissioni sono già tornate oltre i livelli pre-Covid. Questo sottolinea la portata del problema, e die provvedimenti necessari.
Delusione dalle prime decisioni su carbone e deforestazione
Anche guardando alla riduzione dell’uso del carbone, i risultati della COP26 sono abbastanza deludenti. C’è un accordo che coinvolge oltre 40 Paesi che mira a ridurre l’uso del carbone nella produzione di elettricità, ma tra questi mancano Cina, India, USA e Australia.
La Dichiarazione di Glasgow sulle foreste punta a porre fine alla deforestazione solo entro il 2030. Tuttavia ci sono ancora Paesi che non attuano le misure necessarie e i periodi di transizione stabiliti sono troppo lunghi.
Climate change: a che punto siamo con i finanziamenti
Nel 2023 dovrebbe partire un fondo da 100 miliardi di dollari all’anno che, per cinque anni, dovrebbe finanziare la decarbonizzazione nei Paesi più poveri.
Considerando che l’Agenzia internazionale dell’energia stima che gli investimenti necessari alla transizione energetica potrebbero passare dai 2000 miliardi di dollari di oggi a 5000 miliardi nel 2030, l’ammontare del fondo sopracitato sembra relativamente basso.
Un consenso sul finanziamento sarà difficile da trovare
Come capita spesso, gli ultimi giorni o persino le ultime ore di un vertice del genere sono quelli decisivi, non ci resta che aspettare e vedere se i britannici avranno successo come i francesi nel 2015.