Il mondo dei branded content (e non solo) in uscita dalla pandemia: la ricetta di Media-Maker

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Il mondo dei contenuti – in tutte le sue più ampie e possibili declinazioni – e la fase di uscita dalla pandemia. Un binomio che, a prima vista, forse, può sembrare di facile lettura, ma che, ad una lettura più attenta, offre una serie di spunti, di business e non solo, assolutamente interessanti. Ne abbiamo infatti parlato con Tommaso Marseglia, Board Member con delega a finanza, internazionalizzazione ed M&A di Media-Maker, società specializzata nella produzione e distribuzione di Branded Content, quotata su Euronext Growth Paris.

L’analisi che abbiamo condotto è partita da un dato di fatto, vale a dire dall’impatto che la pandemia – e tutto quanto ne è derivato – ha lasciato travasare nell’anno in corso, seppur, soprattutto in qualche ambito, stemperandolo nel corso degli ultimi mesi con i toni di un rinnovato ottimismo. Perché se da un lato i primi mesi del 2021 sono stati ancora contrassegnati dall’emergenza Covid-19, dall’altro abbiamo assistito al dispiegarsi di un quadro fatto di crescente ottimismo determinato dalle prospettive di ritorno alla normalità che sono derivate sia dal progredire delle differenti campagne vaccinali che dai piani d’investimento studiati ad hoc dalle principali economie mondiali in un’ottica di rilancio.

Nella fattispecie, il piano di crescita di Media-Maker non ha subito scossoni significativi e continua ancora oggi a puntare sulle tre principali linee-guida dell’azienda: content (vale a dire l’attività di produzione di contenuti e creazione di progetti crossmediali veicolati su differenti canali di comunicazione che si concretizzano nella produzione video a supporto di progetti, documentari e distribuzione di contenuti multimediali), produzione media-TV (cioè l’attività di produzione di contenuti audiovisivi come programmi tv, pubblicità e contenuti multimediali per ogni tipo di brand e che spaziano su generi diversi quali l’intrattenimento, spettacoli, documentari, sit-com, talk-show etc etc) e il digital outdoor. “Tutto realizzato secondo un vero e proprio modello circolare” sottolinea Marseglia. E specifica: “nessuno in Italia ha la nostra multi-canalità e la capacità di presidiare così diverse aree tematiche”.

In effetti, l’analisi del mercato di settore all’interno del nostro Paese offre uno spaccato interessante dell’intero segmento legato alla produzione di contenuti. L’istantanea scattata da Tommaso Marseglia, nei fatti, parla di un “mercato italiano estremamente segmentato e settorializzato. Un mercato in cui i player di maggiori dimensioni si occupano di tabelloni classici in città come Milano e Roma, mentre la larga maggioranza delle operazioni in altre zone d’Italia, e nei centri più piccoli, sono affidate a tante piccole aziende”.

E più nello specifico, per quanto riguarda Media-Maker più da vicino, il primo semestre del 2021 ha visto un elevato impiego di risorse nel settore video productions, con nuove produzioni di serie e documentari destinati a piattaforme multimediali, emittenti nazionali e internazionali di primo livello. E si tratta solo di un primo step di crescita che sta prendendo forma e che non rappresenta nient’altro che un ulteriore slancio nell’ambito della traiettoria di crescita dell’azienda. “L’obiettivo di fondo non si discosta di certo dal nostro progetto di crescita organica, ma guardiamo anche alle opportunità legate a possibili acquisizioni e fusioni su scala internazionale” continua il Board Member con delega a finanza, internazionalizzazione ed M&A di Media-Maker.

Adottando infatti un orizzonte geograficamente più ampio, la via dell’internazionalizzazione potrà procedere sia sul fronte commerciale che produttivo. Sul fronte commerciale, ad esempio, “Media-Maker sta guardando a Paesi vicini, quali ad esempio la Francia, con un orizzonte temporale di breve-medio periodo (circa 2 anni); sul fronte invece di un programma di internazionalizzazione produttiva, il nostro sguardo è rivolto a Paesi che hanno specificità linguistiche vicine alle nostre”. E rivela: “al momento abbiamo contenuti realizzati in italiano per cui possiamo valutare servizi annessi di traduzione e post produzione”.

Anche in questo specifico ambito di business la pandemia ha senza dubbio assunto un ruolo a due facce. Perché se da un lato ha intuibilmente pesato in maniera negativa su alcuni sub-segmenti in cui Media-Maker è attivo – “il lockdown ha zavorrato il volume d’affari legato alla pubblicità outdoor” spiega Marseglia – dall’altro lato “il filone legato alla produzione dei contenuti ha tenuto molto bene registrando segno positivo nelle voci relative a fatturato, crescita e marginalità”. Il punto interessante è il seguente: riuscire a sfruttare la crescita che il mercato sta mostrando in questo contesto storico e di mercato. Nei fatti, con la pandemia, c’è stata una significativa crescita dell’impiego delle piattaforme domestiche. Quello che, però, al contrario, non si è ancora dispiegato, è un adeguato trend di crescita anche sul fronte dei contenuti, tale da poter assecondare il trend di crescita delle piattaforme. Ed intuibilmente un tale gap da colmare per quanto riguarda la produzione e l’offerta di contenuti, rappresenta il più concreto driver di crescita per un’azienda come Media-Maker.

Crescita che, dunque, a questo punto, passerà anche attraverso il ricorso a forme di finanziamento. Nello specifico, Media-Maker ha da poco avviato attività preliminari con investitori qualificati per valutare le condizioni di mercato attualmente esistenti in relazione ad una potenziale emissione di strumenti di debito di un ammontare indicativo di 10 milioni di Euro oppure, in alternativa, ad una potenziale erogazione di un finanziamento di pari ammontare con l’obiettivo di dare ulteriore slancio alla crescita organica dell’azienda. Nei fatti, commenta Tommaso Marseglia, “faremo scegliere ai nostri investitori la modalità migliore per poter poi spingere ancora di più sull’acceleratore della produzione video/TV”.