Dopo un 2021 complesso, il debito dei mercati emergenti sta tornando alla ribalta

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Il triumvirato di riduzione della liquidità globale, le aspettative di crescita vicine al picco e le pressioni inflazionistiche incessanti rendono le prospettive difficili per molte asset class. Eppure, questo contesto sta iniziando ad avere un impatto meno negativo su molte obbligazioni e valute dei mercati emergenti, che quest’anno hanno mostrato una certa resilienza di fronte all’aumento dei rendimenti delle obbligazioni dei mercati sviluppati e alla debolezza dei mercati azionari globali.

La domanda chiave è se questa apparente resilienza possa essere un segno precoce che la sottoperformance degli asset emergenti ha fatto il suo corso. Riteniamo che il debito emergente oggi offra valore, soprattutto nei mercati obbligazionari in valuta locale, nelle valute stesse e in alcuni segmenti del mercato del debito denominato in dollari. I mercati emergenti sono ora in una buona posizione per resistere alle difficili condizioni di liquidità e inflazione globali.

I mercati emergenti hanno già assorbito la riduzione della liquidità?

La riduzione della liquidità finanziaria globale, la cui crescita è passata dal 10% di novembre 2020 al 3,6% di fine 2021, pone una sfida significativa per gli asset rischiosi.

Ciò potrebbe essere ulteriormente aggravato da un ritiro più aggressivo della liquidità da parte delle banche centrali dei mercati sviluppati, con l’avvio dei cicli di inasprimento. Tuttavia, questo rapido deterioramento della liquidità globale è già stato assorbito in larga misura dai bond dei mercati emergenti, dato il loro forte re-pricing dell’anno scorso.

È anche possibile che vedremo una certa stabilizzazione dell’offerta di denaro a livello globale. La Cina ha recentemente avviato l’allentamento e abbiamo visto una riaccelerazione dei prestiti delle banche commerciali a livello globale.

Il rallentamento della crescita è solo una fase temporanea?

Una seconda sfida per gli asset dei mercati emergenti è il rallentamento delle aspettative di crescita globale, con la recente ripresa del ciclo di crescita globale che potenzialmente ha già raggiunto il picco. Nonostante ciò, la recente debolezza sembra essere una fase temporanea dovuta a Omicron e alle disruption nelle catene di approvvigionamento globali.

La ripresa dell’impulso al credito, mercati del lavoro solidi e la domanda repressa accumulata durante la pandemia dovrebbero continuare a sostenere la crescita. Nello specifico ci aspettiamo un certo rimbalzo in un numero di Paesi emergenti dove la pandemia ha ostacolato la ripresa della crescita l’anno scorso. Ci sono infatti crescenti aspettative sul fatto che la sottoperformance della crescita dei mercati emergenti rispetto agli Stati Uniti sia destinata a finire.

L’inflazione deve ancora raggiungere il picco?

A pesare sugli asset emergenti nel corso degli ultimi 12 mesi è stata anche l’inflazione, che sebbene venga considerata transitoria da molti fronti, non ha ancora mostrato segni di picco. Inoltre, la solidità dei prezzi delle commodity dovrebbe sostenere le pressioni inflazionistiche nel breve termine.

Nonostante ciò, diversi mercati obbligazionari emergenti in valuta locale sono ben posizionati per resistere a queste pressioni, soprattutto alcuni Paesi chiave dell’area emergente, dove le banche centrali sono già a buon punto nella normalizzazione delle politiche monetarie e i rendimenti governativi stanno iniziando a offrire valore.

Debito in valuta locale a livelli interessanti

A differenza dei Paesi sviluppati, un certo numero di banche centrali emergenti ha già agito con decisione in risposta all’aumento dell’inflazione. Il ciclo di inasprimento è già in fase avanzata in Paesi come Russia, Brasile e Messico, che iniziano a mostrare anche segnali di picco sul fronte inflazione.

Anche le banche centrali di Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia hanno cambiato direzione rispetto alle politiche ultra-lassiste degli ultimi anni. Ciò ha portato a un’impennata dei rendimenti obbligazionari dell’Europa centrale, dove gli spread del debito locale rispetto ai Bund tedeschi sono saliti ai livelli più alti dalla crisi del debito dell’Eurozona.

Questo progresso nella normalizzazione della politica monetaria, combinato con rendimenti obbligazionari reali interessanti, ha creato sacche di valore nei tassi locali dei mercati emergenti, come in Brasile, Russia, Messico, Indonesia e Sudafrica.

Il valore delle valute

Le valute dei Paesi esportatori di materie prime dovrebbero ricevere supporto da tassi di cambio reali attraenti, dalla stabilità delle partite correnti, dal rafforzamento dei prezzi delle materie prime e da un carry attraente. Questi fattori positivi non hanno favorito le valute dei mercati emergenti negli ultimi 12 mesi, poiché il dollaro ha continuato a rafforzarsi, sostenuto da una crescita economica superiore a quella del resto del mondo e dalle prospettive di normalizzazione della politica della Fed.

Questo periodo di sovraperformance USA sembra volgere al termine. Con la maggior parte delle banche centrali dei mercati emergenti che è molto più avanti della Fed nel ciclo di inasprimento, le valute di tali mercati potrebbero mostrare più resilienza anche in caso di rialzo della Fed.

Nell’attuale contesto inflazionistico globale, le valute dei Paesi esportatori di materie prime dovrebbero essere ben posizionate. Oltre ad essere molto economiche, queste valute dovrebbero anche ricevere una spinta dalla continua ripresa dei prezzi delle materie prime, che deve ancora riflettersi in gran parte delle valute.