Crypto | tinkl.it: accettare un pagamento in bitcoin e ricevere euro, abbattendo burocrazia e costi

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Comprare una Ferrari o una fornitura di materie prime usando bitcoin per pagare? Si tratta ancora di una pratica di nicchia, anche per le complicazioni fiscali connesse. Non esiste a oggi, come noto, una legge che disciplini la tassazione di bitcoin per i privati, mentre il legislatore europeo ha iniziato a trattare la materia sul fronte delle imprese, lasciando però molto spazio grigio. E dunque, poiché non è limpido il modo in cui trattare i bitcoin a bilancio, spesso si rinuncia a priori a fornire un servizio che potrebbe facilitare molti processi e, soprattutto nel caso di transazioni internazionali, creare occasioni di business. Per rendere i pagamenti in bitcoin facili e neutri sul fronte del bilancio aziendale, interviene tinkl.it.

Perché leggere, rendicontare e riconciliare i pagamenti in bitcoin è complesso

In Italia, ad oggi, non esiste chiarezza in merito al trattamento fiscale di bitcoin. Per quanto riguarda le imprese, in assenza di indicazioni da parte dell’Organismo Italiano di Contabilità, potrebbe farsi riferimento ai principi contabili internazionali e di altri Stati, che classificano le crypto come rimanenze, se detenute per finalità connesse all’attività ordinaria di impresa, oppure come attività immateriali che possono generare benefici economici nel futuro, se detenute per finalità di investimento.

Per quanto riguarda la detenzione da parte di privati, un disegno di legge depositato in Senato confermerebbe l’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate che qualifica le crypto alla stregua di valute estere (il cui rendimento è tassabile del 26% per cifre superiori a 51mila euro, se detenute per oltre 7 giorni).

Questa situazione di incertezza rende complesso leggere, riconciliare e rendicontare le transazioni in crypto, in modo da fornire un dato comprensibile e immediatamente iscrivibile a bilancio (per le imprese) o fornire un dato rilevante nella dichiarazione dei redditi (per i privati).

I vantaggi dei pagamenti in bitcoin per le imprese: costo azzerato, velocità, irrevocabilità

Accettare pagamenti in bitcoin, tuttavia, in determinati casi comporta vantaggi interessanti per le imprese. In particolare in termini di abbattimento dei costi – che possono essere impattanti al contrario con carte di credito e bancomat – e di certezza del pagamento che una volta emesso non può essere cancellato o revocato. Senza considerare i casi in cui la transazione avviene tra soggetti con sedi in aree finanziarie diverse che non si parlano sul fronte valutario: in questi casi pagare in bitcoin abilita una transazione che diversamente avrebbe difficoltà a realizzarsi.

Come si fa dunque a sfruttare i vantaggi senza incorrere nelle complicazioni burocratiche della fiscalità? Per rispondere a questa domanda nascono i servizi di tinkl.it, rivolti al retail, esercenti con piccoli negozi su strada; agli operatori e-commerce e alle attività B2B.

Tinkl.it: accetti pagamenti in bitcoin, ricevi euro

Il servizio offerto dalla piattaforma è molto semplice: si tratta di ricevere dal compratore il pagamento in bitcoin e di convertirlo in euro prima di versarlo al venditore, attraverso un bonifico, senza addebitare alcuna commissione. Di fatto tinkl.it solleva il cliente da oneri amministrativi e fiscali. Ma non solo: con la conversione in euro fa sì che l’azienda non si esponga al tasso di cambio di bitcoin – se incassasse una perdita potrebbe non essere sostenibile per il conto economico, ma anche in caso di rialzo del bitcoin avrebbe il problema di pagare le tasse sulla plusvalenza e dunque si ritroverebbe con un nuovo collo di bottiglia. Tinkl.it guadagna sul tasso di cambio di bitcoin e incassa una commissione da chi effettua il pagamento in criptovaluta. Di fatto tinkl.it è un intermediarioche si pone al centro tra compratore e venditore e si occupa della gestione dell’incasso a tutto tondo, facendo in modo che formalmente l’azienda non entri mai in contatto con i bitcoin. Per l’utilizzo del servizio non è richiesta alcuna competenza particolare, né tecnologica né in merito a bitcoin: l’app funziona come un Pos per le carte di credito in cui il commerciante deve solo indicare l’importo in euro da incassare.

Un’attività accessoria che tinkl.it svolge nell’esercitare il suo ruolo di mediatore è quella di verificare l’origine dei fondi bitcoin: ogni transazione è sottoposta ad analisi forensica ed è possibile dunque identificarne l’eventuale fonte sospetta.

I casi in cui pagare in bitcoin è la via migliore

Un caso tipico in cui pagare in bitcoin crea un’occasione di business è quello di una compravendita tra un’azienda europea e una di area extra Sepa.

Mentre le transazioni in quest’area funzionano con la massima efficienza anche con gli strumenti bancari tradizionali, una transazione dal Sud America, dal Sud-Est asiatico o dall’Africa verso l’area Sepa può richiedere veri calvari amministrativi. Perché potrebbe essere complesso per un compratore in un Paese a moneta debole procurarsi euro o dollari. Ma anche perché, una volta effettuato un bonifico internazionale, questo attraversa giorni di limbo in cui può essere bloccato o stornato.

Il pagamento in bitcoin, invece, nel momento in cui viene emesso non può essere cancellato e la ricezione richiede pochi minuti: la conversione in euro e il trasferimento al venditore sul conto corrente aziendale non supera le 24 ore e dunque se la transazione è finalizzata alla vendita di una fornitura, la merce può partire immediatamente. La certezza del pagamento è implicita nel pagamento stesso: questo vale anche per gli e-commerce, perché bitcoin non offre la possibilità del chargeback da parte di chi effettua il pagamento – possibilità insite nelle carte di credito e persino in moderni e innovativi sistemi di pagamento fintech.