FOMC: il rischio di “correggere troppo”

-

Dopo una politica monetaria troppo accomodante durata troppo a lungo, l’inflazione sta spingendo la Fed ad aumentare i tassi in modo sempre più consistente e rapido.

Come già ampiamente previsto dal mercato, durante la riunione di giugno la Fed ha aumentato il tasso di interesse di 75 punti base (bps), il più grande aumento da parte della banca centrale americana dal 1994. Le proiezioni economiche della Fed, pubblicate subito dopo la riunione, prevedono che il tasso dei Fed Funds arriverà a fine anno al 3,4%, ben al di sopra del tasso neutrale implicito della Fed (pari al 2,4%), quando anche solo pochi mesi fa era previsto un tasso di policy di fine anno dell’1,9%. La banca centrale americana ritiene che un simile inasprimento possa condurre ad un rallentamento della crescita economica e ad un leggero aumento del tasso di disoccupazione (fino al 3,7% nel 2022 e al 3,9% nel 2023), con conseguente riduzione dell’inflazione (al 2,7% entro la fine del 2023). Ma quanto è realistico che il PIL rallenti leggermente, e che l’inflazione crolli, mentre il tasso di disoccupazione salga solo marginalmente?

Non molto, tenendo a mente che:

  1. Il tasso di disoccupazione non tende a crescere in modo graduale nel tempo, poiché declina gradualmente durante le fasi di espansione e aumenta di scatto durante i rallentamenti dell’economia. La Fed prevede un aumento del tasso di disoccupazione di appena lo 0,1% entro la fine dell’anno e di un altro 0,2% per il 2023.
  2. Se dovessimo scommettere, diremmo che tra sei mesi la crescita economica degli Stati Uniti, che già oggi sembra incrinarsi, subirà un ulteriore rallentamento. Un’evidenza già attuale in questo senso potrebbe essere la riduzione delle richieste di mutui e delle compravendite di immobili causata dall’aumento di oltre 300 punti base dei tassi ipotecari.
  3. Dato l’inasprimento delle condizioni finanziarie per le imprese – dal momento che i prezzi dei titoli azionari sono scesi e gli spread di credito si sono allargati – è lecito attendersi un calo degli investimenti e delle assunzioni. Il mercato del lavoro sta già mostrando alcuni segnali preoccupanti, come, ad esempio, un aumento dei licenziamenti nel settore tecnologico e l’aumento delle polizze assicurative contro la disoccupazione.
  4. Infine, i livelli dei consumi sono stati sostenuti grazie ai risparmi accumulati, alla crescita dei salari nominali e all’aumento del ricorso alle carte di credito. Tuttavia, la crescita del reddito personale disponibile reale (corretto per l’inflazione) è in territorio negativo. Prima o poi, quindi, la spesa dei consumatori americani subirà un contraccolpo.

Detto questo, è probabile debbano trascorrere ancora alcuni mesi prima di avere prove concrete del fatto che l’inflazione stia diminuendo. Inoltre, non è detto che le aspettative di inflazione dei consumatori si ridimensionino, vista la traiettoria dei prezzi dei generi alimentari, dell’energia e degli affitti. Pertanto, è probabile che la Fed effettui un nuovo rialzo di 75 punti base nella riunione di luglio, per poi continuare a salire a settembre (+0,50%), novembre (+0,50%) e dicembre (+0,25%), portando il tasso sui Fed Funds al 3,50-3,75% entro fine anno.

Nonostante i membri del FOMC conoscano i rischi di un eccessivo restringimento della politica monetaria, si teme che possano comunque ritenere accettabile un po’ di sofferenza economica per perseguire la stabilità dei prezzi (riportare l’inflazione al 2%). La maggior parte di loro concorda sul fatto che potrebbe esserci maggiore sofferenza economica, con 13 membri su 18 che vedono un rischio di disoccupazione al rialzo.

Dopo anni di politiche monetarie troppo accomodanti, la Fed ora rischia di sterzare nella direzione opposta.

In conclusione: La Sintesi delle Proiezioni Economiche (SEP) può dipingere un quadro di inflazione in rapida discesa e bassa disoccupazione, ma i funzionari della Fed hanno chiarito che temono più di fare troppo poco per domare l’inflazione che di fare troppo. Di conseguenza, l’economia potrebbe presto essere sottoposta a uno scomodo confronto con la realtà.