Insolvenze in aumento in Italia nel 2023: +36%

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La pressione inflazionistica, la stretta monetaria, la crisi energetica e le interruzioni della catena di approvvigionamento stanno mettendo a rischio i flussi di cassa delle imprese. Molti governi hanno deciso di affrontare la situazione con politiche fiscali incisive. Saranno sufficienti queste misure per contenere l’aumento delle insolvenze a livello globale e locale? Allianz Trade, leader mondiale dell’assicurazione crediti commerciali, indaga su questi aspetti nell’ultimo rapporto: “Il rischio d’impresa è tornato: attenzione alle insolvenze aziendali”.

Secondo Allianz Trade le insolvenze aziendali globali dovrebbero aumentare sia nel 2022 (+10%) che nel 2023 (+19%). Nei prossimi due anni l’Europa potrebbe essere particolarmente colpita dall’impennata delle insolvenze: secondo Allianz Trade, ci saranno ingenti aumenti in Francia (+46% nel 2022; +29% nel 2023), Regno Unito (+51%; +10%), Germania (+5%; +17%) e Italia (-6%; +36%). La regione dovrebbe superare il livello pre-pandemico di insolvenze fra le imprese già nel 2022 (+5%).

“La ripresa delle insolvenze aziendali è già una realtà per la maggior parte dei Paesi, in particolare per i principali mercati europei (Regno Unito, Francia, Spagna, Paesi Bassi, Belgio e Svizzera) a cui si ascrivono due terzi dell’aumento. A livello globale, la metà dei Paesi esaminati ha registrato un aumento a doppia cifra delle insolvenze aziendali nella prima metà del 2022. Tuttavia, negli Stati Uniti, in Cina, Germania, Italia e Brasile si registra ancora da lungo tempo un basso livello di insolvenze, ma la tendenza dovrebbe invertirsi il prossimo anno”, spiega Maxime Lemerle, Lead Analyst of Insolvency Research di Allianz Trade.

Come spiegare tale impennata generale delle insolvenze aziendali? Allianz Trade individua tre principali shock che possono avere un impatto significativo sulla redditività delle imprese.

La bolletta energetica continuerà a rappresentare il principale shock di redditività, in particolare per i Paesi europei. Ai livelli attuali, i prezzi dell’energia annullerebbero gli utili della maggior parte delle imprese non finanziarie, mentre, il potere di determinazione dei prezzi diminuisce a causa del rallentamento della domanda. Inoltre, nella prima metà del 2023 si profila lo shock dei tassi d’interesse e l’accelerazione dei salari. Per l’Europa ciò potrebbe equivalere allo shock di redditività di -4pp provocato dal Covid-19. Come previsto, gli elevati saldi di cassa delle imprese (ancora superiori ai livelli pre-Covid-19 per il 43% negli Stati Uniti, il +36% nel Regno Unito e il +32% nell’Eurozona) hanno svolto un importante ruolo di cuscinetto contro la normalizzazione della politica monetaria nel 2022, ma il peggio forse deve ancora venire.