EBURY, LA FINTECH CHE PORTA LE IMPRESE ITALIANE OLTRECONFINE

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Intervista a Marta Bonati, Country Manager di Ebury Italia

 

Il tessuto imprenditoriale italiano, fatto principalmente di piccole e medie imprese, rappresenta l’eccellenza del Made in Italy e il trend sempre più in crescita dell’ export, motore dell’economia del Bel Paese in questi anni, ne è l’espressione tangibile. Tuttavia, spesso, l’accesso ai mercati internazionali non è un passaggio privo di difficoltà per le PMI, anche a causa di fattori dimensionali delle imprese italiane, e ciò può limitare la possibilità di cogliere opportunità su molti mercati. L’e-commerce può fornire una soluzione a questi limiti strutturali. Alcune delle principali barriere all’apertura del proprio business ai Paesi extra UE sono, indubbiamente, legate al fatto che il commercio internazionale espone le imprese alla volatilità dei mercati delle valute, sia per l’export che per l’import; un pericolo per gli utili è rappresentato in particolare dai rischi di cambio. Data la specificità dei singoli casi, è sempre consigliabile per gli ecommerce, e in generale per le PMI, rivolgersi a società specializzate al fine di elaborare una strategia completa di gestione dei rischi. Si potranno allora identificare le eventuali esposizioni ad un rischio di cambio e altri parametri di cui tenere conto, tra cui la contabilità, la fatturazione, il sistema degli incassi, ma anche le conoscenze finanziarie dell’interlocutore e la sua sensibilità ai prezzi ed alle fluttuazioni del mercato.  Tra queste c’è Ebury, società specializzata in pagamenti internazionali e gestione del rischio di cambio valuta, che lo scorso ha registrato una crescita del turnover pari al +55% rispetto all’anno precedente, quest’anno year to date è + 70% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

 

Quali servizi offrite?

Sin dall’inizio, il nostro obiettivo in Italia è accompagnare le PMI nel business internazionale con soluzioni finanziarie su misura che, fino a poco tempo fa, le banche riservavano solo alle grandi aziende.

In Ebury abbiamo sviluppato una tecnologia proprietaria per offrire una combinazione unica di soluzioni che coprono pagamenti, gestione valutaria e finanziamenti per rispondere alle esigenze delle imprese e accelerarne la crescita all’estero. Offriamo soluzioni per sterilizzare il rischio di eventuali perdite dovute, ad esempio, all’oscillazione dei cambi; oppure per quanto riguarda invece la gestione dei flussi internazionali il nostro punto di forza risiede nella possibilità di trattare oltre 140 valute e di potere aprire per le nostre aziende dei conti correnti in tempi molto rapidi in oltre 21 paesi. Ebury lavora sia sul canale diretto sia tramite collaborazioni con partner bancari, assicurativi o associativi. Noi offriamo servizi con un elevato contenuto tecnologico, ma lo veicoliamo tramite persone di elevata professionalità che lavorano all’interno della nostra struttura.

 

Quale è il vostro modello?

Il nostro target continuano ad essere le PMI italiane, con particolare focus per i prossimi mesi su clienti che utilizzano marketplaces ed ecommerce come strumenti per la loro espansione a livello internazionale. Abbiamo anche lanciato una nuova business unit chiamata EIS dedicata a clienti istituzionali, ad esempio fondi d’investimento, e CSPs. Il commercio internazionale è cresciuto in termini di volumi e di transazioni per le imprese italiane. Che si trovano a gestire pagamenti e incassi anche in valute non facilmente trattabili: dollari e sterline, certo, ma anche valute più complesse come quelle dei mercati emergenti.

 

Avete in programma nuove assunzioni e di espandervi a livello internazionale?

Si l’obiettivo è di continuare ad assumere e raddoppiare il numero di dipendenti della branch italiana e di espanderci sempre più nei paesi asiatici e latino americani.