Mercati emergenti e infrastruttura digitale, ecco la soluzione che avvicina due mondi distanti

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Il mondo si basa sulla connettività dei dati. Quando l’economia globale si è bloccata a causa della pandemia, le economie sviluppate hanno adottato senza problemi la modalità di lavoro da casa e la ripresa è stata più rapida di quanto inizialmente previsto.

I mercati emergenti non hanno visto lo stesso cambio di passo nell’accesso, nella disponibilità e nella qualità dei servizi. La questione va ben oltre l’accesso a Zoom o a Netflix: se si vive in un’economia emergente in una zona rurale, i servizi finanziari potrebbero essere completamente inaccessibili. Allo stesso modo, le opportunità di istruzione e di soddisfare le esigenze sanitarie si riducono drasticamente senza l’accesso a Internet.

Una ricerca del World Economic Forum indica che per ogni 10 punti percentuali in più di penetrazione di Internet, un Paese può aggiungere 1,2 punti percentuali al PIL pro capite. Aggiungendo 10 punti percentuali di popolazione alla banda larga, il PIL pro capite potrebbe aumentare di quasi l’1,4%.

Non è affatto una questione semplice. Le sfide per collegare le economie emergenti a Internet sono notevoli, ma vediamo enormi opportunità per chi è disposto a superare gli ostacoli.

La difficoltà di mettere il mondo online

Nel mondo, circa 4,5 miliardi di persone non hanno accesso a Internet. In Africa solo il 17,8% delle persone ha accesso a Internet da casa e solo il 10,7% ha accesso a un computer. La banda larga fissa raggiunge solo il 10% dell’India e la penetrazione di Internet 3G e 4G è inferiore al 5%, con forti disuguaglianze tra aree rurali e urbane. La penetrazione della telefonia mobile nelle aree urbane si aggira intorno al 160%, mentre nelle aree rurali è più vicina al 40%.

Affrontare questa mancanza di infrastrutture digitali e di accesso a Internet significa andare ben il tempo libero e la comodità. I dati della Banca Mondiale tracciano una linea diretta tra economia digitale e livelli di sviluppo, e la penetrazione della banda larga mobile è positivamente correlata al reddito pro capite. La popolazione indiana possiede più frequentemente un telefono cellulare che un conto corrente bancario.

Allora perché l’infrastruttura digitale non viene realizzata?

Parlare dello sviluppo delle infrastrutture digitali nei mercati emergenti è un po’ come parlare del problema dell’uovo e della gallina. C’è una diffusa mancanza di infrastrutture “dell’ultimo miglio” e una scarsità di scambi Internet e di data centre, che rendono l’accesso a Internet più lento e costoso.

I punti di scambio Internet (IXP) sono essenzialmente centri dati situati in luoghi ben posizionati che consentono a diversi operatori di rete di parlare tra loro. Il vantaggio è quello di ridurre la distanza fisica che il traffico deve percorrere, migliorando la velocità e riducendo i costi per i fornitori di servizi Internet. Questo riduce a sua volta i costi per i clienti. Inoltre, riducono le barriere all’ingresso, in quanto le aziende possono sfruttare le infrastrutture esistenti. Il 90% dei Paesi ad alto reddito ha almeno un IXP, rispetto al 69% dei Paesi a basso reddito. Inoltre, mentre il 53% dei Paesi ad alto reddito dispone di connettività da data center a cloud, nessun Paese a basso reddito ha la possibilità di decentrare l’archiviazione dei dati in questo modo.

Il problema è che il costo dei dispositivi smart e dei pacchetti dati per i mercati emergenti – in particolare nelle aree rurali – è ancora estremamente elevato. Uno smartphone può costare l’80% del reddito mensile medio nei Paesi poveri, rispetto al 13% dei Paesi ad alto reddito.

Ridurre il costo della connessione dati

Le soluzioni ci sono, ma richiedono che gli investitori forniscano capitali per costruire infrastrutture in grado di colmare il divario, migliorare l’accesso e ridurre i costi. La velocità di connessione può essere migliorata e i costi ridotti aumentando i data centre locali (o più vicini). I modelli commerciali pay-as-you-go possono rendere più facile l’acquisto di smartphone. Esistono anche modi relativamente semplici per fornire l’accesso, attraverso soluzioni towerco a basso costo nelle aree rurali.

Siamo nella fase finale del finanziamento di un progetto per la fornitura di infrastrutture telco per stazioni di base nelle zone rurali dell’Africa. Ciò consentirà agli operatori di rete mobile di fornire servizi voce, dati e SMS ai clienti delle aree rurali. La costruzione di questo tipo di torre costa circa 10.000 dollari, mentre quella di una base station tradizionale si avvicina ai 200.000 dollari.

La nuova tecnologia che mette in rete le aree rurali degli EM

La torre è una struttura a basso consumo energetico ed è quindi in grado di alimentarsi esclusivamente con energia solare fotovoltaica (PV) e batterie. Ancheil costo operativo di queste torri è molto basso, in quanto i pannelli solari non richiedono carburante e hanno poche parti in movimento, rispetto ai generatori diesel che forniscono l’energia di riserva per le torri tradizionali.

La torre rurale può coprire circa tre-cinque chilometri quadrati e una torre è sufficiente per portare la connettività a un tipico villaggio rurale. Al momento i piani prevedono la costruzione di torri in Nigeria, Camerun e Repubblica Democratica del Congo, ma anche in altri mercati dell’Africa occidentale e centrale. Stiamo inoltre valutando ulteriori attività in Ruanda, Sudafrica, Benin e Nigeria.