Ebury: Con il rialzo dei rendimenti le valute G10 continuano a scambiare in intervalli ristretti

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L’inflazione statunitense è uscita al di sopra delle attese quindi il trend di rallentamento a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi si è leggermente fermato e l’inflazione si sta stabilizzando a livelli ancora troppo alti rispetto a quelli desiderati. I rendimenti sono aumentati in gran parte dei paesi e i mercati stanno rivedendo le probabilità di un ritorno ad una politica espansiva e iniziano a scontare un primo taglio dei tassi solo nel 2024.

Le aspettative sui tassi terminali di FED e BCE hanno raggiunto nuovi massimi la scorsa settimana, ma con il rialzo dei rendimenti in diversi paesi, il dollaro non è riuscito a beneficiarne e tutte le valute G10 hanno scambiato in range ristretti, ad eccezione dello yen, sul quale pesano le indiscrezioni sul nome del nuovo governatore della Bank of Japan.

L’attenzione questa settimana rimarrà sui dati macroeconomici, in particolare i PMI in uscita martedì, che potrebbero confermare il miglioramento delle condizioni economiche nell’Eurozona. Venerdì, invece, uscirà la price consumer expenditure statunitense, la misura dell’inflazione preferita della FED. Sarà una settimana abbastanza scarsa di comunicazioni da parte delle banche centrali, ad eccezione del rilascio mercoledì dei verbali dell’ultima riunione della FED.

EUR

Dopo una settimana con poco movimenti sull’euro, i PMI potrebbero dare un certo impulso alla valuta comune. Gli analisti si attendono un modesto rialzo degli indici in territorio espansivo, ma probabilmente non è stato preso in considerazione l’ottimismo per le ultime notizie macroeconomiche positive dell’Eurozona, in particolare sul fronte energetico. Una sorpresa positiva potrebbe spingere ulteriormente la BCE nel suo ciclo di rialzi e supportare la valuta comune.


USD

La sorpresa del dato sull’inflazione non è stata così importante, ma sufficiente a fermare il trend al ribasso dell’inflazione core, che rimane il più importante indicatore per comprendere l’andamento futuro dell’inflazione. Il dato core sembra essersi stabilizzato appena sopra il 4%, i salari sono saliti e quindi sembra sia necessario ancora molto lavoro da parte della FED per riportare l’inflazione ai livelli desiderati. La FED è convinta di questo e anche i commenti dei suoi membri stanno allontanando qualsiasi ipotesi sulla fine del ciclo di rialzi o addirittura di un ritorno ad una politica monetaria espansiva nel breve termine. Pensiamo che il fatto che il dollaro non si sia rafforzato in modo significativo la scorsa settimana, sia un segnale che il recente rally del biglietto verde è terminato.


GBP

La scorsa settimana abbiamo avuto buone notizie dai dati sull’inflazione del Regno Unito, in particolare dal settore dei servizi. Questo potrebbe essere un primo segnale, sebbene con ritardo, che l’inflazione core stia seguendo lo stesso trend che abbiamo visto negli Stati Uniti, e stia iniziando la discesa dopo il massimo di fine 2022. Buoni segnali anche dal mercato del lavoro e dalle vendite al dettaglio. In generale, riteniamo che il pessimismo sull’economia del Regno Unito sia esagerato e quindi ci aspettiamo un rafforzamento della sterlina.