Si sta creando una nuova bolla finanziaria?

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La BRI, Banca dei Regolamenti Internazionali (Bank for International SettlementsBIS) è la più antica istituzione finanziaria internazionale: ha sede a Basilea. Principale scopo dell’organizzazione è promuovere la cooperazione tra le banche centrali. La BRI fornisce specifici servizi finanziari e rappresenta un autorevole centro internazionale di ricerca in ambito finanziario, monetario ed economico. I governatori delle banche centrali dei Paesi membri della BRI si incontrano ogni due mesi per scambiare le proprie vedute sull’evoluzione dell’economia mondiale e del sistema finanziario internazionale.

La Triannual Survey

Nel suo report denominato Triannual Survey la BRI segnala il rischio che si formi una bolla finanziaria in grado di scatenare una pesante crisi nei mercati. In particolare, l’analisi si sofferma sugli scambi valutari del Foreign Exchange FX caratterizzato da grande volatilità, resa ancora più evidente dal fenomeno dell’inflazione e dalle tensioni geopolitiche di questo periodo storico.

La Banca Nazionale Svizzera

“Le dinamiche inflazionistiche sottostanti sono più forti di quanto la Banca Nazionale Svizzera è disposta a tollerare per la stabilità dei prezzi” ha affermato il presidente Thomas Jordan. “La banca centrale non può escludere la possibilità di ulteriori aumenti dei tassi di interesse per frenare le pressioni sui prezzi” anche se ha tenuto a sottolineare che “in Svizzera non c’è alcuna spirale salari-prezzi”.

La Banca Nazionale Svizzera conduce quale banca centrale indipendente la politica monetaria del proprio Paese: persegue come obiettivo prioritario la stabilità dei prezzi e nel suo operare tiene conto dell’evoluzione congiunturale. In questo modo determina condizioni quadro fondamentali per lo sviluppo dell’economia svizzera. Conclude Thomas Jordan “L’economia della nazione potrebbe subire contrazione quest’anno e l’espansione complessiva del prodotto interno lordo per il 2023 potrebbe essere superiore allo zero solo se siamo fortunati”.

Del resto in precedenza, al World Economic Forum di Davos, il presidente della Banca Nazionale Svizzera Thomas Jordan e il capo della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, avevano segnalato che gli sforzi per domare i prezzi al consumo sarebbero continuati. Anzi Jordan dichiarava a Bloomberg TV che “un certo inasprimento dei costi dei prestiti” sarebbe stato estremamente probabile.

La bolla finanziaria

“Siamo seduti su un vulcano che sta per esplodere … e nessuno ci avvisa!” segnala sulla sua testata www.lincontro.news Riccardo Rossotto. “O meglio, qualche controllore dei mercati finanziari lo scrive, ma la notizia rimane relegata alle scrivanie dei protagonisti di quel mondo. Non passa al grande pubblico dei risparmiatori”

Quello che si ricava dalla ricerca pubblicata dalla BRI, è che sta avvenendo un sensibile travaso dai mercati finanziari tradizionali a una galassia di altre entità poco definite, spesso non regolamentate, dove l’indebitamento in dollari è preoccupante. Anzi, incontrollabile, se teniamo conto dell’effetto leva molto diffuso in questo ambito. Le operazioni sulle valute creano obblighi di pagamento in dollari a termine che non compaiono nei bilanci e mancano nelle statistiche sul debito, tra l’altro un debito a brevissimo termine” ribadisce Rossotto nel suo articolo.

Tornando a citare Christine Lagarde: “Nuove fonti potenziali di rischio per la stabilità finanziaria sono originate dagli intrecci tra l’ecosistema cripto e il sistema finanziario, da cui potrebbero sorgere nuovi rischi sistemici”.

Il settore immobiliare

Per non parlare di quanto l’European Systemic Risk Board ha voluto segnalare recentemente: la vulnerabilità nel settore dell’immobiliare commerciale dei paesi dell’Unione Europea, su cui rileva una molteplicità di rischi tra i quali vi sono anche quelli correlati all’inasprimento degli standard sull’efficienza energetica che la stessa Ue sta imponendo in maniera sempre più accelerata. Del resto non ci si può opporre alla transizione ecologica, o meglio energetico-ambientale, che anche in Italia passa necessariamente attraverso la rigenerazione del patrimonio immobiliare esistente.

Nel documento si afferma che occorre migliorare il monitoraggio dei rischi sistemici che derivano da questo segmento, dato che “è cruciale per identificare i potenziali rischi sulla stabilità finanziaria e valutare le possibili risposte”.