Rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti di giugno

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Cosa è successo? Il rapporto sull’occupazione di giugno è stato più debole del previsto, in quanto l’aumento stagionale dei salari di giugno registrato l’anno scorso è stato assente quest’anno e i licenziamenti sono stati evidenti in diversi settori più deboli. Anche le revisioni del mese precedente sono state negative, riducendo la media mobile a 3 mesi degli aumenti mensili dei salari a 240k rispetto alle 280k del mese scorso (prima delle revisioni). Altrove il tasso di disoccupazione è salito e l’inflazione dei salari orari medi è cresciuta del 4,4% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso – invariata rispetto al mese precedente.

Cosa significa? Il mercato del lavoro sembra ancora resistente, con un tasso di disoccupazione vicino ai minimi storici al 3,6%. Anche l’offerta di lavoro continua a migliorare, con un ulteriore aumento della partecipazione alla prima età questo mese. Tuttavia, i dati più recenti evidenziano licenziamenti in molti dei settori più deboli e, estrapolando una tendenza lineare, si potrebbe ipotizzare una crescita dei salari pari a zero entro la fine dell’anno. In passato, in contesti economici caratterizzati da una politica monetaria restrittiva, le buste paga tendevano a decelerare fino a quando non cadevano in recessione. Di solito, il momento “wile-E-coyote” si è verificato 16 mesi dopo il picco del ritmo mensile delle buste paga (che in questo ciclo sarebbe stato nel 1° trimestre del 2023), ma per ora il rallentamento del mercato del lavoro, più resistente, continua.

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Quale sarà il prossimo passo? Riteniamo che il rapporto odierno sia abbastanza forte da mantenere la Fed sulla strada del rialzo a luglio, ma rafforza la nostra idea di base secondo cui l’indebolimento dell’economia (e del mercato del lavoro) potrebbe in ultima analisi impedire alla Fed di effettuare rialzi oltre l’estate.