Dove pesa di più la politica monetaria? In Europa o negli USA?

Edmond de Rothschild Asset Management -
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In Europa

L’inflazione di agosto si è attestata, come previsto, al 5.3% (-20pb) e i mercati hanno chiuso con il piede giusto. Tuttavia la BCE è ancora divisa sulla giusta politica monetaria da adottare. Se il rallentamento sta per finire, diventa più difficile raggiungere l’obiettivo di inflazione del 2% nel breve termine? Oppure il ritmo del rallentamento è compatibile con un approccio più dovish? La debolezza dell’ultima rilevazione PMI fa propendere per la seconda opzione, ma di recente Robert Holzmann, membro del comitato della BCE, ha dichiarato che la Banca continuerà ad aumentare i tassi fino al 4% e che il primo taglio avverrà nel 2025 e non nel 2024.

Di conseguenza, i finanziari hanno registrato una buona performance, guidati da UBS che ha pubblicato dati e guidance ottimistica dopo aver assorbito Credit Suisse. Stesso outlook ottimista anche per Holland’s NN Group nel settore assicurativo. È proseguito anche il momentum positivo del settore auto, con un incremento delle nuove immatricolazioni per il 12° mese consecutivo in Europa (a luglio l’aumento è stato del 15.2%).

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Inoltre la danese Orsted, uno dei maggiori produttori di turbine eoliche al mondo, ha parlato dei persistenti problemi della catena di approvvigionamento indicando nell’aumento dei tassi di interesse una causa del rallentamento delle sue attività offshore negli Stati Uniti. Ed ancora: l’ad di Carrefour, Alexandre Bompard, si è detto preoccupato che i consumatori francesi siano costretti a limitare le spese, anche per i beni di prima necessità.

Negli Stati Uniti

A Wall Street le speranze di una fine della stretta monetaria hanno sostenuto gli acquisti dopo che l’indagine ADP ha dichiarato che le aziende statunitensi hanno creato solo 177.000 posti di lavoro in agosto, il dato più basso degli ultimi 5 mesi, e il programma JOLTS è risultato ben al di sotto delle aspettative. Il PIL è cresciuto del 2.1% su base annua nel secondo trimestre, meno del 2.4% previsto. L’indice dei prezzi delle spese per i consumi personali ha registrato il più basso incremento mensile in oltre due anni.

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Dopo che Wells Fargo ha previsto circa 10 miliardi di dollari di danni causati dall’uragano, i gruppi assicurativi, le utilities, le agenzie di viaggio sono stati al centro dell’attenzione. Per quanto riguarda la regolamentazione bancaria, le banche regionali con più di 100 miliardi di dollari di asset dovranno ora aumentare l’emissione di debito per scongiurare il rischio di default. Le nuove regole sono simili a quelle delle maggiori banche globali. Nel settore farmaceutico, Washington imporrà controlli sui prezzi di 10 farmaci che costano a Medicare 50 miliardi di dollari. Le misure entreranno in vigore nel 2026.

Nel settore tecnologico, Alphabet ha guadagnato grazie all’offerta di IA e a nuove partnership per la società madre Google. HP è crollata del 6.6% dopo che il gruppo ha tagliato la guidance sul flusso di cassa e sugli utili per l’intero anno; la ripresa del segmento PC si sta rivelando più lunga del previsto. CrowdStrike (+9.3%) e Okta (+13.5%) sono saliti grazie ai solidi utili.