Quello che Powell sa bene, ma che non può dire

Team di gestione di Pharus -
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Le giornate sui mercati sono tornate ad essere dominate dalla Federal Reserve Americana, con il presidente Powel che mercoledì scorso ha comunicato al mercato la decisione del consiglio direttivo sui tassi di interesse, annunciando quella che è stata da molti definita come una “pausa da falco”. La Fed ha infatti mantenuto i tassi invariati come ampiamente previsto, ma quello che ha sorpreso maggiormente i mercati è stata la lettura delle previsioni economiche e dei così detti dot plot ovvero le attese espresse dai singoli membri del comitato direttivo circa l`evoluzione dei tassi di interesse. A sorprendere non è tanto la previsione dei tassi per il 2023 che viene mantenuta al 5,6% incorporando un ulteriore rialzo entro l`anno, ma è l`aumento delle previsioni per tutti gli anni successivi, con il 2024 dove i tassi sono attesi al 5,1% rispetto al precedente 4,6%, ed il 2025 con proiezioni al 3,9% dal precedente 3,4%. Il tutto in considerazione di un inflazione che sempre secondo proiezioni economiche della FED continua a moderarsi dal 3,3% di quest’anno al 2,5% per l’anno prossimo, fino al 2,2% nel 2025 ed al 2,0% nel 2026, delineando un percorso di rientro dell`inflazione identico a quello previsto nel precedente documento di Giugno.

Per quale motivo allora il FOMC ha aumentato la traiettoria dei tassi verso il così detto High for longer, ovvero tassi che resteranno alti per molto tempo? E qui arriva il passaggio del documento che più ha sorpreso i mercati; La ragione è da ricondurre in un economia più forte del previsto che ha addirittura spinto la FED a rivedere a rialzo il tasso di crescita del PIL stimato per quest’anno e per l`anno successivo, attesi ora rispettivamente al 2,1% rispetto al precedente 1% ed all`1.5% rispetto all 1% precedente. A migliorare è infine anche la traiettoria del tasso di disoccupazione abbassata quest’anno dal 4,1% al 3,8%, e l’anno prossimo dal 4,5% al ​​4,1% andando a dipingere uno scenario di soft landing a tutti gli effetti.

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Gli scettici sosterranno che la Fed ha sempre torto e proprio ora che il soft landing è dato praticamente per certo, la recessione sarebbe in verità un risultato sempre più probabile. Come dargli torto? A partire dal 2020 sono moltissime le affermazioni della FED che si sono rivelate errate, tra queste ricordiamo solo per citarne alcune il 1 marzo 2020 quando la FED dichiarò che l`inflazione non sarà un problema oppure il 2 gennaio 2021 quando definirono l`inflazione transitoria, oppure il 7 marzo del 2023 quando definirono il sistema bancario stabile, fino ad arrivare a settimana scorsa dove sono state riviste a rialzo le crescite economiche.

Noi a dire il vero siamo forse più dalla parte della FED. Pensiamo che abbiano fatto un ottimo lavoro finora e stanno Ora cercando di guidare i mercati ad aspettarsi tassi elevati più a lungo con l`obiettivo di ridurre le probabilità di una crisi finanziaria e di una stretta creditizia. Ma al di la delle ottime strategie comunicative della FED, vediamo il soft landing incompatibile con uno scenario di tassi alti su questi livelli per molto tempo….e questo la FED lo sa molto bene, basti pensare che durante la conferenza stampa il presidente Powel è stato irremovibile nel ripetere per ben 16 volte il termine “procedere con cautela” per descrivere come la FED intende proseguire da ora in poi.

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Ma perché procedere con cautela?

Perché Storicamente, quando i tassi reali raggiungono livelli significativamente positivi e rimangono su quei livelli per un po’ di tempo, aumenta il rischio che qualcosa vada storto. Oggi i tassi reali dei Fed Fund sono già intorno al 2% e guardando le proiezioni fornite della Fed dovremmo avere Fed Funds reali ancora al 2,5% a fine 2024 ed ll 1.6% al 2025. Ciò significa che la Fed prevede che i tassi reali rimarranno al di sopra del +1% per 2 anni e mezzo consecutivi e questo sarebbe un bel peso per l’economia. L’ultima volta che la politica è stata mantenuta così restrittiva per così tanto tempo è stato nel 2006-2007: tutti ricordiamo cosa sia successo dopo.