quanto peserà la minaccia dei dazi di Trump?

Axel Botte, Head of Market Strategy di Ostrum AM, affiliata di Natixis IM -

Il ritorno al potere di Donald Trump porta con sè un ritorno all’imprevedibilità. La politica commerciale degli Stati Uniti è destinata a inasprirsi, con un aumento delle tariffe. La Cina è nel mirino, così come il Canada e il Messico, anche se formano una zona di libero scambio con gli Stati Uniti in base a un accordo commerciale che dovrà essere rinegoziato nel 2026. L’aumento dei dazi comporterà un aumento dei prezzi per i consumatori, creando una fonte di incertezza che potrebbe pesare in materia di investimenti. Secondo il nostro scenario, la crescita degli Stati Uniti dovrebbe scendere al di sotto del tasso di crescita potenziale del 2% nel 2025 (1,6%). Anche l’Europa (1% nel 2025) e la Cina potrebbero risentire dell’inasprimento della politica commerciale di Trump. Tuttavia, sia in Germania che in Cina esiste un margine di bilancio per stimolare la domanda interna. Sono probabili anche misure di ritorsione, sotto forma di tariffe doganali o restrizioni delle quote di importazione (ad esempio, nel caso della Cina, sui prodotti agricoli statunitensi). Infine, sarà importante distinguere i rumors dal segnale sulle politiche dell’immigrazione e del clima: gli annunci di Donald Trump sull’espulsione di milioni di immigrati illegali e sulla priorità data ai combustibili fossili rischiano di scontrarsi con alcune realtà.

Sul fronte monetario, è probabile che la BCE riduca i tassi a circa il 2,25% a metà del 2025 per attenuare lo shock esterno, mantenendo l’euro a circa 1,05 dollari. La Fed, nel frattempo, continuerà probabilmente il suo costante allentamento, la cui portata sarà limitata dall’effetto delle politiche di Trump sull’inflazione. I Fed Funds dovrebbero stabilizzarsi intorno al 3,50%, a livello più alto dell’intervallo neutrale. I rischi per la crescita sono molti. Oltre alla politica commerciale, i tagli fiscali promessi negli Stati Uniti richiedono una drastica riduzione della spesa federale per evitare che il deficit scivoli verso l’8% o il 9% del PIL. Questa situazione eserciterebbe una pressione sui tassi d’interesse a lungo termine degli Stati Uniti, provocando probabilmente un calo degli asset di rischio.