I wealth manager guardano a intelligenza artificiale e private asset per aumentare le masse
Negli ultimi cinque anni, i wealth manager hanno registrato una decisa crescita, con un aumento degli asset in gestione del 20% a livello globale. Secondo i risultati dell’ultima indagine di Natixis IM, la spinta alla crescita quest’anno è ancora più marcata, con le società che per il 2025 prevedono un incremento medio degli Aum del 13,7%. Tuttavia, di fronte ai cambiamenti di natura geopolitica, all’incertezza economica e ai rapidi progressi tecnologici, i gatekeeper e gli analisti sanno che non sarà sempre facile soddisfare queste aspettative.
La Wealth Industry Survey 2025 di Natixis IM raccoglie le opinioni di 520 professionisti degli investimenti, responsabili della gestione di piattaforme di investimento e di patrimoni dei clienti presso la principali società di Wealth Management in 20 Paesi.
I risultati mostrano che, sebbene il 73% sia ottimista sulle prospettive di mercato nel 2025, la volatilità in atto nel contesto macroeconomico continua a essere ancora in primo piano. Gli intervistati hanno classificato i nuovi conflitti geopolitici (38%) come la propria principale preoccupazione economica, seguiti da vicino dall’inflazione (37%), che il 74% afferma di temere possa essere esacerbata di nuovo dalle politiche di Trump. Due terzi (66%) prevedono inoltre solo tagli contenuti dei tassi d’interesse per la propria regione.
Tuttavia, nonostante ciò, il 68% degli analisti non modificherà le ipotesi di ritorno per il 2025: i wealth manager stanno mettendo in atto strategie per le proprie attività, per il mercato e, soprattutto, per i portafogli dei clienti, al fine di garantire i propri risultati.
Geopolitica ed inflazione ancora in cima ai timori economici
La geopolitica è in cima alla lista delle preoccupazioni economiche per il 2025, mentre i wealth manager prendono in considerazione l’impatto dell’anno elettorale 2024. Di fronte all’incertezza legata a nuovi governi in tutto il mondo, gli intervistati hanno classificato i nuovi conflitti geopolitici come la principale minaccia economica per l’anno in corso:
Nuovi conflitti geopolitici (38%)
Inflazione (37%)
Escalation delle guerre in corso (34%)
Relazioni USA-Cina (34%)
Bolla del tech (27%)
In quest’ottica, i wealth manager stanno valutando attentamente come le turbolenze geopolitiche e la persistente inflazione possano ripercuotersi sul contesto macroeconomico. La metà (50%) degli intervistati prevede uno scenario di soft landing per l’economia della propria regione, con il sentiment più deciso a favore di uno scenario di questo tipo in Asia (68%) e negli Stati Uniti (58%). Tuttavia, la percentuale scende al 46% in Europa e ad appena il 37% nel Regno Unito. Inoltre, il 61% è preoccupato per le prospettive di stagflazione in Europa.
Per quanto riguarda gli impatti specifici delle presidenziali sulle prospettive economiche, due terzi degli intervistati a livello globale sono preoccupati per la possibilità di una guerra commerciale. I wealth manager vedono però anche delle opportunità all’orizzonte: il 64% ritiene che le modifiche normative proposte dall’amministrazione Trump stimoleranno lo sviluppo di strumenti d’investimento innovativi. Inoltre, due terzi pensano che i piani di riduzione delle tasse alimenteranno un rally di mercato duraturo. Tenendo conto di tutto questo, il 57% su scala globale afferma che, alla luce del risultato delle elezioni americane, i clienti sono più disposti ad assumere rischi, con la possibilità di modificare il ruolo della liquidità in portafoglio su cui gli investitori avevano fatto affidamento con il rialzo dei tassi delle Banche centrali.
Il potenziale di investimento dell’IA
Dopo aver assistito al rapido sviluppo dei modelli di IA generativa, quasi otto wealth manager su dieci (79%) riconoscono all’IA il potenziale per accelerare la crescita degli utili nei prossimi dieci anni. In quest’ottica, le società stanno cercando di sfruttare i vantaggi della nuova tecnologia in tre aree chiave: sfruttare il potenziale di investimento dell’IA, impiegarla per migliorare il processo di investimento interno e utilizzarne gli strumenti per migliorare le operazioni commerciali e il servizio ai clienti.
Quasi sette su dieci (69%) affermano che l’IA migliorerà il processo di investimento aiutandoli a scoprire opportunità nascoste e un altro 62% ne riconosce l’essenzialità come strumento per la valutazione dei rischi di mercato. In effetti, il potenziale è tale che il 58% sostiene come le aziende che non integrano l’IA siano destinate a diventare obsolete.
A questo proposito, il 58% dichiara di aver già implementato strumenti di IA nel proprio processo di investimento. La più alta concentrazione di early adopter si trova nelle società di wealth management in Germania (72%), Francia (69%) e Svizzera (64%).
Oltre alle opportunità di investimento e alle applicazioni di gestione del portafoglio, i wealth manager prevedono che l’IA avrà un impatto anche sul fronte dei servizi. Nel complesso, poco più di tre quarti (77%) afferma che l’IA aiuterà a raggiungere l’obiettivo di crescita di integrare una gamma più ampia di servizi. La tecnologia può essere tuttavia un’arma a doppio taglio: il 52% teme anche che l’IA contribuisca a rendere la robo-advice una minaccia competitiva significativa.