Tasse, tagliati 7 miliardi alle famiglie e 8 alle imprese

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Secondo il calcoli della Cgia, tra riduzioni e aumenti, il saldo delle norme varate dal Governo Renzi è ampiamente positivo

Oltre 7 miliardi di tasse in meno per le famiglie, e più di 8 miliardi in meno per le imprese. Il saldo tra riduzioni e incrementi delle imposte è ampiamente positivo per i contribuenti, secondo l’analisi condotta dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, che ha analizzato tutti i provvedimenti normativi che recano interventi di riduzione o di inasprimento delle tasse e dei contributi fiscali approvati dal governo Renzi nel primo anno e mezzo.

Sia per le famiglie, sia per le imprese, precisa la Cgia, sono stati sommati tutti gli sgravi fiscali concessi, sottraendo gli incrementi di imposta.

Per quanto riguarda le famiglie, dal lato degli sgravi, l’analisi cita: la detrazione degli 80 euro (pari a una spesa complessiva per le casse dello Stato di 9,5 miliardi di euro), il bonus bebè (1,2 miliardi di euro), le deduzioni Irpef per la locazione delle nuove abitazioni (39,5 milioni di euro), la riduzione della cedolare secca per le locazioni a canone concordato (33,8 milioni) e le detrazioni fiscali per gli inquilini degli alloggi sociali (31,8 milioni di euro).

Dall’altro lato sono aumentati: la tassazione delle rendite finanziarie (2,6 miliardi di euro), l’Imu sui terreni montani (268,7 milioni) e la tassazione sui fondi pensione (260 milioni di euro), sui capitali percepiti sulle assicurazioni vita (150 milioni) e sul Tfr (140 milioni). Il saldo finale, per le famiglie, è pari appunto a 7,1 miliardi di euro.

Le imprese, invece, spiega lo studio della Cgia, possono contare su un consistente taglio dell’Irap (4,3 miliardi di euro), sugli sgravi contributivi per le nuove assunzioni a tempo indeterminato previste per il 2015 (3,9 miliardi), sulla riduzione del diritto annuale delle Camere di Commercio (400 milioni), sulla patent box (170 milioni) e sul credito di imposta Irap per le imprese senza dipendenti (163 milioni di euro). Sull’altro piatto della bilancia occorre mettere la rinuncia allo sgravio contributivo del 50% per l’assunzione di un disoccupato da oltre 24 mesi (870 milioni di euro), la riduzione delle agevolazioni per le produzioni/cessioni di energia prodotta da fonti rinnovabili agroforestali (45 milioni di euro) e il taglio del 20% delle deduzioni forfetarie in capo agli autotrasportatori (39 milioni di euro).

Anche in questo caso il saldo è positivo: le imprese hanno pagato nel complesso 8,3 miliardi di euro in meno.