Fondi pensione, rallentano i rendimenti

di Walter Quattrocchi -

Nei primi nove mesi dell’anno il dato medio è dell’1,1%, di poco superiore alla rivalutazione del Tfr

La previdenza integrativa vince di un soffio sul Tfr. A causa della tempesta estiva sui mercati finanziari, i fondi pensione hanno lasciato sul terreno buona parte della performance ottenuta nel primo semestre dell’anno.

Nei primi nove mesi 2015 il rendimento medio dei fondi negoziali (aziendali o di categoria) si è attestato all’1,1%. Nello stesso periodo il Tfr ha reso invece lo 0,8% (al netto dell’aliquota del 17%).

La rivalutazione dei due strumenti, lo ricordiamo, avviene in maniera molto diversa. Il Tfr mantenuto in azienda si rivaluta, per legge, a un tasso dell’1,5%, più il 75% dell’inflazione. Mentre i contributi ai fondi pensione cominciano a maturare rendimenti sin da quando vengono versati, la rivalutazione del Tfr mantenuto in azienda riguarda solo l’importo maturato al 31 dicembre dell’anno precedente. Questo meccanismo determina una differenza di circa lo 0,2% a sfavore del Tfr.

In base ai dati Covip anticipati da CorriereEconomia, nei primi nove mesi del 2015 il risultato migliore è il 3,2% del comparto azionario di Fondenergia (energia e petrolio), seguito con il 3% dal bilanciato di Previmoda (tessile, abbigliamento, calzature e occhiali).

Nel lungo periodo, i fondi pensione continuano a risultare vincenti. Dal 1° gennaio 2000 al 30 settembre 2015, infatti, tutti i tre maggiori fondi hanno battuto nettamente il 49,4% del Tfr. Il migliore è stato ancora una volta Fondenergia con il 73,6%, seguito da Fonchim (chimica e farmaceutica) con il 65,3% e da Cometa (industria metalmeccanica e orafa) con il 64,1%.

Rendimenti a parte, a favore dell’adesione ai fondi pensione, rispetto alla decisione di mantenere il Tfr in azienda, pesa il contributo aziendale (pari in media all’1,2-1,5% della retribuzione lorda), cui ha diritto solo chi aderisce.