Bce: tassi fermi, ma a dicembre si rivede il Qe

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Il costo del denaro resta al minimo storico dello 0,05%. Draghi si riserva di riesaminare il programma espansivo sulla base delle nuove proiezioni macroeconomiche

Come era nelle previsioni degli operatori, la Bce ha lasciato invariato il costo del denaro nell’area dell’euro, che pertanto si conferma al al minimo storico dello 0,05% per quanto riguarda il tasso di rifinanziamento e a -0,20% sul versante dei depositi.
Il tasso marginale è stato confermato allo0 0,30%.

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Draghi ha invece parlato del tema che sta più a cuore ai mercati finanziari. Nel direttivo dell’Eurotower di dicembre ci sarà “bisogno di riesaminare” il programma di quantitative easing sulla base delle nuove proiezioni macroeconomiche.
Il presidente della Bce ha ricordato che il piano “è flessibile nelle dimensioni, nella composizione e nella durata”. In sostanza tra due mesi potrebbe quindi essere ufficializzata un’estensione del ‘Qe‘ oltre il limite al momento fissato.

Il programma procede bene e “continua ad avere un impatto favorevole sui costi e la disponibilità di credito per famiglie e imprese”, ha detto Draghi, e il direttivo della Bce non ha ancora preso “alcuna decisione specifica” su un eventuale ampliamento del programma di quantitative easing ma ha avuto una “vasta discussione in merito”.

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Il motivo è noto e sta nel perdurare di un basso livello di inflazione nell’eurozona, ben lontano da quel 2% che è l’obiettivo dei piani di stomolo monetari approntati dalla banca centrale.

“La conclusione è stata che siamo pronti ad agire se necessario, che esamineremo tutte le informazioni in arrivo e che siamo aperti all’utilizzo di ogni strumento di politica monetaria sul menu”, ha aggiunto Draghi.
Ancora una volta, i mercati dovranno ragionare su quel “se necessario” inserito da Draghi nel suo discorso.