Petrolio verso il rally?

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Dopo il recupero del 5% ieri, il prezzo del greggio continua a salire, e con lui i titoli delle società del settore

I tempi non si prevedono brevi. Ma alcuni segnali fanno pensare a un possibile recupero del prezzo del greggio. Ieri le quotazioni hanno segnato rialzi intorno al 5% (con il Brent che ha toccato i 52 dollari al barile) e questa mattina il mini rally sembra continuare con il Wti su di oltre il 2% a 49,6 dollari e il Brent a 52,75 dollari.

Un recupero che sta spingendo al rialzo anche i titoli delle società del comparto, comprese le italiane quotate in piazza Affari: Saipem, in particolare, sta volando, con un rialzo di oltre il 5%, mentre Eni è a più 1,45%.

Ma si tratta di movimenti dettati dalla volatilità, o dell’avvio di una vera e propria inversione di tendenza?

A spingere sulle quotazioni del barile sembrano essere in particolare le notizie che riguardano il calo della produzione di shale gas negli Usa.

Secondo l’Energy information administration (Eia) la produzione di greggio degli Stati uniti è diminuita di 120mila barili al giorno in settembre, e il declino continuerà fino ad agosto 2016, quando da 9,1 mbg (e da un picco di 9,6 mbg) si arriverà a 8,7 mbg. Contemporaneamente, aggiunge l’Eia, la domanda crescerà al ritmo più veloce da sei anni.

L’associazione dei produttori Opec pone l’accento sui tagli agli investimenti: secondo il segretario generale Abdullah Al Badri, nell’anno in corso sono scesi di 130 miliardi di dollari rispetto ai 650 miliardi del 2014. “Questo significa meno offerta e prezzi più alti in futuro”, ha commentato Al Badri. Anche se, ha sottolineato, ci vorrà un anno, un anno e mezzo prima che il petrolio risalga: sul mercato pesa ancora un’eccedenza di 200 milioni di barili.