Francesi nella trappola dei mutui in franchi svizzeri

di Rosaria Barrile -

I risparmiatori, tra cui anche alcuni italiani, che li avevano sottoscritti durante gli anni della crisi, oggi scontano il “rischio cambio”, quasi mai illustrato da chi a suo tempo aveva venduto il finanziamento

Con la prospettiva di pagare un tasso di interesse più basso rispetto a quello di mercato, diversi anni fa alcuni risparmiatori italiani scelsero di sottoscrivere mutui in franchi svizzeri. Oggi però quella scelta si è rivelata una trappola e i risparmiatori sono stati chiamati a pagare un prezzo elevato, soprattutto perché raramente il rischio di cambio legato a quel tipo di finanziamento era stato illustrato da chi a suo tempo aveva collocato il prodotto.

È quanto sta avvenendo in Italia, e in misura ancora più drammatica in Francia. Le rate e il debito residuo sui mutui in franchi vengono infatti automaticamente calcolati nella divisa svizzera, che nel frattempo però ha visto schizzare il suo valore, ovvero si è “apprezzata”, rispetto all’euro, annullando di fatto i benefici iniziali.

Forse, ricordando quanto accadde vent’anni fa per i mutui in Ecu, il numero di risparmiatori italiani che hanno stipulato mutui in franchi svizzeri però è decisamente più contenuto. In questo sono momento, a dare battaglia in tribunale sono poco meno di un centinaio quelli che avevano sottoscritto il “mutuo in euro indicizzato al franco svizzero” proposto da Barclays

Discorso invece leggermente diverso per la Francia dove i numeri sono di gran lunga più importanti e la vicenda coinvolge una delle principali banche del paese, Bnp Paribas. Nel 2008 molti francesi, si parla di quasi 5 mila risparmiatori, decisero di sottoscrivere Helvet Immo, mutui a tasso variabile concessi in franchi svizzeri ma da rimborsare in euro, per un totale di circa 700 milioni di euro.

Il prodotto era stato messo a punto da Bnp Paribas Personal Finance (Bnp-Pf) del gruppo Bnp Paribas, ed era venduto sia allo sportello sia presso altri intermediari esterni alla banca dal marzo 2008 al dicembre 2009.

La vicenda è destinata a far parlare di sé per diverso tempo perché oggi, sull’onda delle proteste dei risparmiatori, la giustizia francese ha avviato un’inchiesta. Secondo quanto riportato dal quotidiano francese Libération, i mutui furono venduti senza alcun accenno ai rischi legati al tasso di cambio: persino il documento informativo relativo al prodotto e rilasciato alla clientela non avrebbe contenuto alcun riferimento a questo tipo di rischio.

A oggi alcuni di questi mutui in valuta sono stati trasformati in “normali” mutui in euro a tasso fisso, ma per molti francesi l’unica strada per evitare di pagare rate sempre più pesanti resta quella di ricorrere alle aule di tribunale.