Petrolio, prezzi giù in vista dell’Opec

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Nessuno crede che il cartello di Vienna deciderà venerdì di tagliare la produzione. Il Brent viaggia a 43,80 dollari al barile, il Wti americano a 41,32

“Se gli investitori pensassero anche solo ad una minima probabilità di un cambio di politica da parte dell’Opec avremmo visto i prezzi salire”, è il commento di un operatore norvegese guardando l’ennesimo ribasso incassato stamattina dalle quotazioni del petrolio.

Invece, niente da fare. Il cartello viennese, che si riunisce venerdì 4 dicembre, non farà nulla per tagliare la produzione e, quindi, ridare ossigeno ai prezzi del greggio. Così la prolungata situazione di eccesso di offerta ha fatto perdere alle quotazioni dell’oro nero oltre il 60% da giugno 2014.

In mattinata il Brent del Mare del Nord con consegna gennaio segnava 43,80 dollari al barile, lasciando sul terreno 64 centesimi. La qualità americana Wti valeva 41,32 dollari al barile, in calo di 53 centesimi sulle quotazioni della chiusura precedente.

Ai già tanti e pesanti motivi di preoccupazione si sono aggiunti gli ultimi dati dell’American Petroleum Institute, che hanno evidenziato un aumento di 1,6 milioni di barili nelle scorte Usa la scorsa settimana a quota 489,9 milioni.