Energia pulita, gli investimenti superano i 300 miliardi di dollari

di Rosaria Barrile -

Nonostante il crollo del prezzo del petrolio, e l’emergere di altri fattori che avrebbero potuto incidere negativamente, nel 2015 c’è stato un aumento del 4% rispetto all’anno precedente

I nuovi investimenti in energia pulita sono saliti a 329 miliardi di dollari nel 2015, di cui oltre la metà sostenuti nell’area Asia-Pacifico. L’aumento è del 4% rispetto all’anno precedente, che si era chiuso con un totale di 315,9 miliardi.

Secondo gli ultimi dati divulgati da Bloomberg New Energy Finance (la divisione di Bloomberg specializzata nella raccolta di dati relativi all’energia pulita), l’importo, che segna un nuovo record, avrebbe infatti potuto essere di gran lunga più basso a causa di quattro fattori negativi: la riduzione del costo del solare fotovoltaico, che avrebbe potuto spingere verso il basso tali importi dato che a parità di spesa può essere installata più capacità; la forza della valuta statunitense, che ha ridotto il valore in dollari degli investimenti non in dollari; la continua debolezza dell’economia europea, che ha storicamente invece sostenuto gli investimenti nelle energie rinnovabili; il crollo dei prezzi delle materie prime combustibili fossili.

Nella classifica dei paesi, la Cina si conferma il più grande investitore, con un ammontare di 111 miliardi in gran parte destinati allo sviluppo di fonti di energia solare.

In seconda posizione si collocano gli Stati Uniti che hanno investito 56 miliardi di dollari, con un aumento dell’8% rispetto all’anno precedente. In controtendenza l’Europa che ha ridotto del 18% i suoi investimenti nel 2015 rispetto all’anno precedente per un importo complessivo di 58,5 miliardi di dollari. Il Regno Unito si è contraddistinto come il mercato più importante nella regione con un aumento degli investimenti del 24% per un importo totale d 23.4 miliardi di dollari. La Germania ha investito 10.6 miliardi di dollari, in calo del 42% mentre la Francia ha visto un calo ancora più grande degli investimenti, del 53% a 2,9 miliardi di dollari.

Dall’altra parte del pianeta, gli investimenti si sono ridotti del 10% in Brasile che ha destinato all’energia pulita solo 7,5 miliardi di dollari nel 2015, mentre l’India li ha incrementati del 23% arrivando a 10,9 miliardi di dollari complessivi, un importo che tuttavia non basta a dare attuazione agli ambiziosi piani del governo Modi. Il Giappone vede aumento degli investimenti del 3% per un importo totale di 43.6 miliardi.

Battuta d’arresto invece per il Canada che vede una contrazione degli investimenti del 43% per un totale di 4,1 miliardi di dollari, mentre in Australia vi è stato un aumento del 16% per un totale di 2,9 miliardi.

Un certo numero di “nuovi mercati” complessivamente hanno finanziato per decine di miliardi di dollari gli investimenti. Si tratta del Messico (4,2 miliardi, in crescita del 114%), Cile 3,5 miliardi, in crescita del 157%), Sud Africa ( 4,5 miliardi, in crescita del 329%) e Marocco (2 miliardi, in crescita da quasi zero nel 2014).

Africa e Medio Oriente, dove l’incremento della popolazione e le condizioni climatiche spingono a favore dell’energia solare, nel 2015 hanno sostenuto 13,4 miliardi di dollari di investimenti, in crescita del 54% rispetto all’anno precedente.

Il 2015 ha visto inoltre da parte della Banca europea per gli investimenti la concessione di un ammontare record di prestiti, pari a 20,6 miliardi di euro per progetti dedicati al settore. Nel tracciare un quadro complessivo del settore per l’anno appena trascorso, si segnala tuttavia l’ancora debole sviluppo dei green bond: nonostante un aumento della raccolta nell’ultimo trimestre l’emissioni totali hanno raccolto 46 miliardi di dollari contro i 39 miliardi del 2014.

Secondo le previsioni invece degli esperti di Bloomberg New Energy Finance per il 2016 la Cina dovrebbe presentare a marzo un nuovo piano quinquennale che comprenderà nuovi interventi a favore di sistemi energetici meno inquinanti. Tra questi, è previsto anche il lancio del più grande sistema nazionale di scambio delle emissioni inquinanti a cui andranno ad aderire quasi 10 mila aziende.

Poiché anche le tariffe per i nuovi impianti solari ed eolici nel paese sono stati ridotti dal primo gennaio di quest’anno, Bloomberg si aspetta un’ulteriore crescita per il fotovoltaico pari a circa 18-20 GigaWatt entro la fine del 2016.

Ad entrare nella lista dei paesi con il più alto tasso di crescita delle energie rinnovabili nel 2016 potrebbe essere nel giro di breve l’Iran che punta a un “salto economico” dopo la revoca delle sanzioni. Il paese dovrebbe incrementare la capacità di produrre energia pulita da 400 MegaWatt alla fine del 2015 a 5,6 GigaWatt entro il 2020 di cui 3.9 GigaWatt prodotta da impianti fotovoltaici e 1,4 GigaWatt da impianti solari.