Banche, arriva la riforma delle Bcc. Sconti per le vendite all’asta

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Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto che prevede l’accordo sulla “bad bank”. Rinviati a prossimi decreti gli indennizzi per gli obbligazionisti

Il consiglio dei ministri ha approvato nella tarda serata di ieri il decreto per la riforma delle banche di credito cooperativo, che prevede anche altre misure a favore del sistema creditizio, ma non i rimborsi per gli obbligazionisti delle quattro banche “salvate” (Carichieti, Carife, Banca Etruria e Banca Marche) che, ha assicurato il premier Matteo Renzi in conferenza stampa, saranno messi in campo in pochi giorni grazie a due decreti “già pronti”.

La cartolarizzazione delle sofferenze

Nel pacchetto di interventi c’è invece la “bad bank”. Via libera infatti alla Gacs – Garanzia cartolarizzazione sofferenze, alla quale proprio ieri la Commissione Ue ha dato il via libera, confermando che non si tratta di un aiuto di stato.

In concreto, ciascuna banca potrà creare una società veicolo alla quale trasferire i crediti deteriorati, alleggerendo il proprio bilancio. La società veicolo provvederà alla cartolarizzazione dei crediti, e li venderà sul mercato, attraverso diverse tranche di obbligazioni (Abs – Asset backed securities) con livelli di rischio crescenti (senior, mezzanine o junior). La garanzia pubblica può essere chiesta soltanto per la tranche “senior”, quella di migliore qualità. E a certificarne la qualità dovrà essere un’agenzia di rating indipendente approvata dalla Bce. In cambio della garanzia, le banche pagheranno al Tesoro una commissione.

Niente imposte di registro

Sempre per favorire una soluzione del problema delle sofferenze, il Governo ha previsto la sospensione per il 2016 dell’imposta di registro (9%, pari a un valore di 200 milioni) a carico delle banche che subentrano nei beni a garanzia dei prestiti, purché rivendano i beni entro due anni. Con questa agevolazione si punta a spingere le banche ad acquisire e rivendere i beni posti come garanzia dei prestiti incagliati.

Una holding per le Bcc

Il Governo ha approvato anche un Ddl per il riordino complessivo del diritto fallimentare, che arriverà in seguito.

Per quanto riguarda la riforma delle banche di credito cooperativo, Renzi ha sottolineato che il testo ricalca, in gran parte, la proposta di autoregolamentazione presentata dalle stesse Bcc.

L’obiettivo è la creazione di una grande holding, con una massa critica che vada “nella direzione del consolidamento” auspicata dal Governo, senza buttar via il modello delle Bcc che, ha sottolineato Renzi, “va difeso ma anche protetto”. Le banche potranno non aderire alla holding e rimanere cooperative o Spa, ma solo se avranno un patrimonio di almeno 200 milioni di euro e se verseranno il 20% all’erario per poter mantenere le riserve (ora formalmente pubbliche). Secondo il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, sono circa una decinala banche che hanno queste caratteristiche, ma non è detto che decidano tutte di restare fuori del nuovo gruppo.