Petrolio, l’offerta resta troppo abbondante

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Con il surplus produttivo in ulteriore crescita, l’Iea non vede margini per una risalita dei prezzi. Ma neppure crede alle previsioni più fosche, cioè il greggio a 10 dollari

L’eccesso di offerta di petrolio che da oltre un anno fa crollare i prezzi è destinato ad aumentare ancora e, di conseguenza, le quotazione dell’oro nero a scendere ulteriormente.

E’ la conclusione cui è giunta l’Iea, l’International Energy Agency, nel suo ultimo rapporto.
L’Iea ritiene “molto difficile un significativo incremento dei prezzi del petrolio nel breve periodo” a causa del ritorno sul mercato del greggio iraniano, dopo la fine delle sanzioni.

Anche il mancato taglio alla produzione da parte dei Paesi dell’Opec contribuisce alla depressione delle quotazioni del barile. Un accordo tra il cartello di Vienna e gli altri produttori per tagliare un’offerta sovradimensionata sembra, con il passare delle settimane, sempre più improbabile e neppure la lenta discesa della produzione di greggio dagli Usa appare in grado di influire sul mercato.
Su questo e anche sugli altri punti è sostanzialmente concorde anche la statunitense Energy Information Administration (Eia).

A proposito dell’Opec, l’Agenzia ha sottolineato come quest’ultimo abbia addirittura aumentato l’output di gennaio di 280 mila barile giornalieri a 32,63 milioni di barili.