Un posto sul web per il 92% delle Ong

di Rosaria Barrile -

Secondo l’indagine Techreport 2016, tuttavia, in Asia e Africa solo la metà delle organizzazioni accettano donazioni on line, contro l’86% di quelle del Nord America. E sono appena tre su 100 le Ong che utilizzano il digital wallet

Anche se ormai oltre il 90% delle organizzazione non governative è presente sul web con un suo sito, l’uso della tecnologia stenta a decollare e raramente viene sfruttata in modo ottimale laddove invece servirebbe invece di più, ovvero per la raccolta fondi.

A giungere a tale conclusione è il Technology Report 2016,  la prima indagine condotta su scala mondiale sull’uso delle nuove tecnologie e dei social network da parte delle organizzazioni non governative e del settore non profit.

Per realizzarla sono state intervistate on line, dal 1 settembre al 31 ottobre dello scorso anno, oltre 2.700 Ong, provenienti da 133 paesi di tutti continenti. Di queste solo 19 sono italiane.

Anche se per ora i dati ottenuti non sono consultabili per paese, ma solo per continente, l’indagine fornisce per la prima volta un quadro più ampio rispetto alle analisi che finora si sono prevalentemente soffermate sulle regioni più avanzate in termini di comunicazione, ovvero Europa e Nord America.

Il 92% delle Ong ha un sito internet, il 75% invia email e newsletter ai donatori mentre solo il 46% aggiorna regolarmente un blog. In Africa, dove il numero di Ong è molto numeroso, tuttavia, la percentuale di quelle che hanno allestito un sito internet scende al 76% mentre in Asia è del 79%.

Il 95% delle organizzazioni intervistate ha una pagina Facebook, l’83% un profilo Twitter, il 40% utilizza Instagram. Tra gli altri social network più usati ci sono Youtube e Linkedin: quest’ultimo è particolarmente apprezzato in Nord America dove a utilizzarlo sono il 71% delle Ong.

La gestione della comunicazione in generale è affidata a uno staff dedicato nel 32% dei casi, ma solo l’11% ha un social media manager a tempo pieno. Nel 15% dei casi i profili sono gestiti da volontari, mentre nel 42% se ne occupa lo staff interno.

Il 75% delle Ong invia regolarmente mail a donatori e sostenitori, con una media degli iscritti che varia a seconda della dimensione dell’organizzazione: si va dai 6 mila delle piccole realtà, ai poco più di 55 mila per le medie fino ad arrivare a database che superano i 350 mila iscritti per le grandi organizzazioni.

Delle Ong intervistate il 75% accetta donazioni online, più della la metà (52%) permette di usare il servizio di pagamento Paypal, mentre solo il 6% accetta donazioni via sms e un risicato 3% usa il “digital wallet”, il borsellino digitale pensato per i pagamenti via cellulare. Ma le differenze tra i continenti sono molto accentuate: solo il 50% delle Ong in Asia e il 52% in Africa accettano donazioni on line, contro l’86% di quelle del Nord America.

Dall’altra parte tuttavia i potenziali donatori affermano di essere più coinvolti e quindi spinti a fare una donazione dalle campagne via social media: su 355 donatori intervistati il 27% indica i social media come il canale che più di altri li spinge verso un’organizzazione non profit determinata.
Ma l’età dei donatori incide chiaramente sulle modalità preferite: il 72% dei giovani tra i 18 e i 34 anni prediligono le donazioni on line, contro il 54% delle persone nate negli anni ’50 e ’60.

Tra le cause per le quali gli utenti preferiscono donare on line si segnala al primo posto la tutela dell’infanzia e dei diritti umani per il 14%, subito seguita dai servizi alla persona (13%) e dall’istruzione (12%).