Rating di sostenibilità: nessuna delle big tedesche ottiene il massimo

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Secondo la valutazione di Standard Ethics sulle 30 blue chip della Borsa di Francoforte, Csr e fattori Esg sono in media ben trattati. Poca considerazione per la parità di genere

Nessun rating pieno: nessuna delle 30 società del Dax 30, il principale indice della Borsa di Francoforte, ottiene la tripla E che, nella valutazione di Standard Ethics, contrassegna le imprese con un ottimo livello di responsabilità sociale e ambientale e di governance.

L’agenzia di rating europea, che analizza la politica delle imprese in funzione della rispondenza alle indicazioni dell’Onu, dell’Ocse e dell’Ue in materia di responsabilità, ha avviato la sua attività di osservazione sulle imprese tedesche (dopo quelle italiane e quelle francesi), per consentire, spiega una nota, una “maggiore comparabilità a livello europeo ed evidenziare i casi virtuosi”. Le società analizzate, e ponderate in base al loro rating di sostenibilità, entreranno inoltre a far parte di un nuovo benchmark nazionale, lo Standard Ethics German Index.

Tra le blue chip tedesche, dieci (vedere tabella qui sotto) ottengono il rating “EE”: tutte le altre fanno peggio. Tre in particolare, Daimler, Deutsche Bank e Volkswagen sono sotto osservazione e non hanno ottenuto un rating.

In generale, commenta Standard Ethics, la responsabilità sociale d’impresa (Csr e Esg) è tuttavia ben trattata nelle società analizzate. Tra i dati positivi, inoltre, si segnala mediamente un maggiore peso del mercato all’interno delle imprese rispetto alle altre due grandi economie dell’area euro: quasi i due terzi del Dax 30 è composto da imprese partecipate del mercato con quote intorno al 70%.

Assente, inoltre, il sistema dei voti multipli.

Tra i fattori negativi, l’agenzia di rating segnala la mancanza di comunicazione, da parte di tutte e 30 le società analizzate, del numero esatto e dei nomi degli amministratori indipendenti, al contrario di quanto accade in Francia e in Italia.

Un’altra carenza riguarda poi la parità di genere nei consigli di amministrazione o nei consigli di sorveglianza: una richiesta dell’Unione europea “che le aziende non prendono sostanzialmente in considerazione”.

Su circa 680 amministratori, inoltre, la percentuale del genere meno rappresentato, quello femminile, non supera il 21%. Considerando i vertici delle maggiori società quotate in Francia, Germania e Italia, tra i dieci organi apicali meno equilibrati sette sono tedeschi (E.On, Fresenius, Fresenius Medical Care, HeidelbergCement, K+S, Linde e Volkswagen).

Dax 30 Standard Ethics

Fonte: Standard Ethics