Banche, diminuiscono le sofferenze

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Per la prima volta dall’inizio della crisi, si registra un calo nello stock dei crediti deteriorati, dice Bankitalia. Stabile la raccolta

Per la prima volta dall’inizio della crisi, nel 2008, i crediti deteriorati lordi delle banche, hanno registrato a febbraio un calo in valore assoluto e la loro quota sul totale dei finanziamenti si è stabilizzata, collocandosi al 18,2% (al 10,9% al netto delle rettifiche di valore già operate nei bilanci delle banche).

Lo annuncia la Banca d’Italia nel suo Bollettino economico.

Parallelamente Bankitalia registra “una forte riduzione del flusso di nuovi prestiti deteriorati, che nel quarto trimestre del 2015 è sceso al 3,3% del totale dei finanziamenti (in rapporto alle consistenze dei prestiti in bonis alla fine del trimestre precedente)”.

E nonostante le tensioni finanziarie sulle banche, a livello di sistema la raccolta ha tenuto.

“Tra novembre e febbraio la raccolta delle banche è rimasta stabile”, scrive Bankitalia. “L’aumento dei depositi e l’espansione della raccolta interbancaria sull’estero hanno più che compensato la riduzione delle obbligazioni collocate presso lo sportello, in atto dal 2012, e il calo di quelle all’ingrosso”.

In crescita inoltre i prestiti alle imprese, con l’eccezione del settore delle costruzioni: “i prestiti alle imprese operanti nei comparti della manifattura e dei servizi sono cresciuti (rispettivamente del 3,4% e dello 0,5% sui dodici mesi terminanti in febbraio), mentre il credito al settore delle costruzioni si è ridotto a ritmi analoghi a quelli osservati in autunno (-2,6%)”.

Nel 2015 la redditività dei cinque maggiori gruppi è aumentata al 4,6% (dopo un calo dell’1,8% nel 2014). Il miglioramento è riconducibile sia alla crescita dei ricavi da commissioni (più 7,2%) sia alla riduzione delle rettifiche di valore su crediti (meno 48,1%), in seguito alla diminuzione dei tassi di deterioramento dei prestiti.

Nel quarto trimestre del 2015 la dotazione patrimoniale dei cinque maggiori gruppi è rimasta stabile; alla fine del 2015 il Cet1 e il Total capital erano in media pari, rispettivamente, all’11,8% e al 15,2% delle attività ponderate per i rischi.