Green bond: un mercato spumeggiante

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Secondo Standard & Poor’s le emissioni societarie potrebbero arrivare nel 2016 ad almeno 15 miliardi di dollari, quasi il doppio rispetto all’anno passato

Il mercato delle obbligazioni green societarie ha avuto un ottimo inizio d’anno, con una emissione da 1,5 miliardi di dollari, la prima di questo genere da parte di Apple. Secondo gli analisti un’emissione del genere, proveniente dalla più grande società del mondo per capitalizzazione, dovrebbe aprire le porte ad altre obbligazioni “verdi”, finalizzate cioè a offrire alle imprese fondi per finanziare progetti ambientali.

Standard & Poor’s ha dedicato un report ai green bond, definendo il mercato “spumeggiante”: lo studio prevede che nel 2016 le emissioni da parte delle società arriveranno almeno a 15 miliardi di dollari: una crescita più che significativa rispetto ai 9,6 miliardi calcolati da S&P per il 2015.

La previsione è basata sui dati del primo trimestre del 2016, che registrano volumi per 15,7 miliardi di dollari, considerando però non soltanto i corporate bond, ovvero le emissioni delle società, ma anche quelle statali, municipali e delle istituzioni finanziarie.

Il bilancio finale, tuttavia, dipenderà in larga parte da ciò che succederà in Cina: perché se quel mercato dovesse prendere il volo quest’anno, come molti osservatori prevedono, al totale potrebbero sommarsi altri 13 miliardi di dollari delle sole imprese cinesi. E il mercato mondiale potrebbe arrivare così fino a 28 miliardi di dollari.

Il report ricorda anche l’impegno della Portfolio Decarbonization Coalition, della quale fanno parte alcuni dei più importanti investitori mondiali, che si sono impegnati a “decarbonizzare” 600 miliardi di dollari dei loro portafogli. Barclays intanto ha annunciato di voler investire un miliardo di dollari in green bond; la stessa cifra è stata indicata da Hsbc, Zurich e Kfw, mentre Credit Agricole si è impegnata per una cifra doppia.

Quanto agli emittenti, S&P prevede un rallentamento da parte delle utilities europee, che dovrebbe tuttavia essere ampiamente colmato dai green bond delle utilities statunitensi, per le quali prevede un boom nell’anno in corso.

A sostenere il mercato saranno, secondo S&P, la crescente domanda da parte degli investitori e l’innalzamento costante dei requisiti ambientali delle imprese.