Grecia, l’Eurogruppo prende tempo

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Accolte con favore le misure adottate da Atene, ma tutte le decisioni sono rinviate al 24 maggio

L’Eurogruppo si è espresso favorevolmente sulla riforma delle pensioni e su quella fiscale varate da Atene, non senza difficoltà. Ma ha rinviato alla prossima riunione, il 24 maggio, tutte le decisioni che riguardano il debito della Grecia, in attesa che il governo realizzi anche le altre riforme previste dal memorandum firmato l’anno scorso.

Nei prossimi giorni i tecnici si metteranno al lavoro per definire l’accordo, che dovrà prevedere anche le misure preventive chieste dall’Fmi, sulle quali, però, le posizioni sono ancora distanti.

Il governo ellenico, secondo il Fmi, deve far approvare al Parlamento una lista dettagliata di tagli pari al 2% del Pil (3,6 miliardi circa) che scatterebbero se non fossero rispettati gli obiettivi di budget, ovvero un avanzo primario dell’1,75% nel 2017 e del 3,5% nel 2018. Secondo la presidente del Fmi Christine Lagarde, peraltro, questi target sono irrealistici. E per evitare “nuove misure socialmente ed economicamente controproducenti”, Lagarde ha chiesto alla Ue un piano di ristrutturazione dei 311 miliardi di debiti della Grecia, che preveda l’allungamento delle scadenze e la riduzione dei tassi d’interesse, già bassissimi.

Secondo il ministro delle Finanze greco Euclid Tsakalotos l’ok a misure preventive è incostituzionale. Atene potrebbe però impegnarsi a intervenire subito in caso di sforamenti dei parametri concordati.

Il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha aggunto che il debito greco può essere reso più sostenibile, nel breve termine, “scadenzando i pagamenti in modo differente e tenendo conto più del volume di scadenze annuali che dell’ammontare complessivo”; in una seconda fase “si potrebbero rivedere le scadenze, allungando magari il periodo in cui Atene non dovrà pagare interessi”.

Anche la Germania ha aperto alla possibilità di una riduzione del debito, anche se resta contraria a un taglio tout court.

La palla torna a Tsipras, che dopo aver convinto il suo partito, Syriza, a votare le riforme su fisco e pensioni, ora potrebbe incontrare maggiori difficoltà a far digerire al Parlamento le prossime.