In calo la fiducia dei consumatori, migliora per le imprese

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In settembre, rileva l’Istat, l’indice relativo ai primi è calato da 109,1 a 108,7, mentre per le aziende si sale da 99,5 a 101

Andamento divergente, in settembre, per gli indicatori della fiducia dei consumatori e delle imprese. L’indice di fiducia dei consumatori, comunica l’Istat, è calato leggermente, passando da 109,1 a 108,7, mentre l’indice composito del clima di fiducia delle imprese è passato da 99,5 a 101, attestandosi sui livelli dello scorso giugno.

In dettaglio, tra le componenti del clima di fiducia dei consumatori, sono in calo quella personale e quella corrente, mentre il clima economico e quello futuro, dopo il peggioramento registrato nei mesi precedenti, tornano a crescere: il primo sale da 125,7 a 128 mentre il secondo passa da 112,2 a 112,8.

I giudizi dei consumatori riguardo la situazione economica del paese migliorano (il saldo passa da -60 a -53) mentre le aspettative calano per il quinto mese consecutivo (da -15 a -18 il relativo saldo). Sia i giudizi sull’andamento dei prezzi negli ultimi 12 mesi sia le attese per i prossimi 12 mesi registrano un aumento. Migliorano, infine, le aspettative sulla disoccupazione (da 35 a 29 il saldo).

Per quanto riguarda le imprese, il miglioramento della fiducia riguarda tutti e quattro i settori considerati. La crescita è più marcata nel commercio al dettaglio (l’indice sale da 97,4 a 102,0) e più lieve negli altri settori: nella manifattura l’indice passa da 101,1 a 101,9, nelle costruzioni da 123,5 a 125,3 e nei servizi di mercato passa da 102,5 a 103,7.

Nel comparto manifatturiero migliorano i giudizi sugli ordini (da -18 a -14) mentre peggiorano le attese sulla produzione per il secondo mese consecutivo (da 9 a 8 il saldo). I giudizi sulle scorte rimangono stabili. Nelle costruzioni migliorano sia i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione sia le attese sull’occupazione.

Nei servizi aumentano le attese sul livello degli ordini (il saldo passa da 1 a 5) mentre peggiorano i giudizi ad essi relativi con il saldo che scende da 3 a 2. Le attese sull’andamento dell’economia in generale rimangono stabili (il saldo si attesta a quota 3). Nel commercio al dettaglio migliorano sia i giudizi sulle vendite correnti (il saldo passa da -4 a 3) sia le attese sulle vendite future (da 17 a 24); il saldo sulle scorte di magazzino rimane invariato a quota 14.