Italia, crescita interrotta

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Secondo la nota mensile dell’Istat, nel secondo trimestre l’economia è ferma. E le prospettive restano negative

L’economia italiana “ha interrotto la fase di crescita”, nel secondo trimestre dell’anno, “condizionata dal lato della domanda dal contributo negativo della componente interna e dal lato dell’offerta dalla caduta produttiva del settore industriale”.

La doccia fredda arriva dall’Istat che, a pochi giorni dalle cifre sul Pil, ha diffuso oggi la sua nota mensile sull’economia italiana. Un’analisi che non lascia molto spazio all’ottimismo, anche perché restano negative le previsioni: “L’indicatore anticipatore dell’economia rimane negativo a luglio, suggerendo per i prossimi mesi un proseguimento della fase di debolezza dell’economia italiana”, aggiunge l’istituto di statistica.

L’industria, precisa l’Istat, ha registrato “una riduzione significativa del valore aggiunto (-0,8% rispetto al primo trimestre)”. Inoltre “le attese per il prossimi mesi permangono deboli. Il clima di fiducia delle imprese manifatturiere è infatti peggiorato nel mese di agosto non evidenziando segnali di particolare vivacità tra le componenti”. E l’indice composito del clima di fiducia delle imprese è sceso sotto quota 100 per la prima volta dal febbraio 2015, ricorda l’Istat.

Migliore l’andamento del comparto dei servizi (come ha confermato, proprio oggi, l’indice Pmi Markit), che ha registrato una variazione positiva rispetto al trimestre precedente (+0,2%), “confermando una tendenza espansiva che persiste da cinque trimestri”, anche se non in tutti i settori.

“Le attività finanziarie e assicurative hanno segnato la diminuzione più marcata (-0,6%), anche se di intensità minore rispetto ai trimestri precedenti. Flessioni di minore entità hanno caratterizzato i servizi di informazione e comunicazione e la PA, difesa, istruzione e sanità (-0,2% per entrambi i comparti). Incrementi significativi riguardano le attività professionali e di supporto (+0,5%), il commercio, il trasporto e l’alloggio (+0,4%) e le attività immobiliari (+0,4%)”.

Ma anche l’Eurozona rallenta. “L’Economic sentiment indicator ha registrato una lieve diminuzione in agosto, come conseguenza del deterioramento del clima di fiducia sia nell’industria sia nei servizi; la fiducia dei consumatori ha risentito del peggioramento dei giudizi circa le condizioni lavorative future”. “La persistente condizione d’incertezza, sostenuta nel breve periodo dall’effetto Brexit, si è riflessa in una prolungata svalutazione della sterlina nei confronti del dollaro e dell’euro e in un incremento delle quotazioni dei metalli preziosi considerati beni rifugio”, sottolineano gli economisti dell’Istat.