Una strategia a prova di “Brexit”

di Fidelity Worldwide Investments -

Grazie alla loro reale diversificazione e alla flessibilità dell’approccio i fondi multi-asset di Fidelity hanno saputo ottenere risultati interessanti anche nella fase di forte turbolenza vissuta dai mercati

Gli investitori conoscono bene l’impatto positivo che la diversificazione può avere sui portafogli, riducendone la volatilità e limitando l’esposizione ai rischi potenziali. Ma diversificazione e flessibilità non sono da sole sufficienti per ottenere un portafoglio efficiente e capace di raggiungere gli obiettivi di investimento. I fondi multi-asset di Fidelity hanno saputo, grazie alle loro particolari caratteristiche, ottenere risultati interessanti sia nel lungo periodo che nel breve, anche a fronte della volatilità seguita al referendum sulla Brexit.

Una delle caratteristiche chiave dei fondi multi-asset di Fidelity è quella offrire una reale diversificazione, utilizzando asset class poco correlate fra loro e adottando un approccio fortemente flessibile, che consente ai gestori di affrontare al meglio ogni contesto di mercato. In particolare l’efficacia di un fondo multi-asset può essere misurata prendendo in considerazione da un lato la capacità di raggiungere gli obiettivi di investimento nel medio-lungo termine e dall’altro la stabilità dell’andamento, anche su orizzonti più brevi.

Il fondo FF Global Multi Asset Income Fund (FF GMAI) è il comparto multi-asset di Fidelity dedicato agli investitori che ricercano una fonte di reddito elevato e stabile, con un obiettivo del 5% annuo. A chi invece privilegia un equilibrio fra crescita e stabilità degli investimenti Fidelity propone FF Global Multi Asset Tactical Moderate Fund (FF GMAT Moderate), orientato a una crescita poco volatile, e FF Global Multi Asset Tactical Defensive Fund (FF GMAT Defensive) maggiormente difensivo. Tutti e tre questi comparti multi-asset godono di un’ampia flessibilità nell’ambito di un universo di investimento che include un mix di strumenti pensato specificamente per ciascun fondo in base agli obiettivi di investimento.

I gestori di questi fondi hanno saputo modificare il posizionamento dei rispettivi portafogli, riducendo efficacemente l’impatto della volatilità seguita al referendum sulla Brexit.

“In occasione del referendum del 23 giugno, subito prima del risultato i mercati davano ampiamente per scontato il ‘No’ alla Brexit”, racconta Eugene Philalithis, gestore di FF GMAI. “Per questo abbiamo ‘coperto’ parte della nostra esposizione nei titoli azionari del Regno Unito, della UE e degli USA con posizioni futures, e aumentato le allocazioni sui titoli monetari ridimensionando le posizioni che avevano offerto buone performance. Tutto questo ha contribuito a proteggere il portafoglio nei giorni successivi all’annuncio del Brexit”.

“Le reali conseguenze del risultato del referendum non vanno cercate nei movimenti di mercato a breve termine, ma nella possibilità che il progetto Europa torni a navigare nelle acque in tempesta del rischio politico”, aggiunge Philalithis. “La decisione del Regno Unito di andarsene rafforza i movimenti euroscettici e aumenterà le pressioni sui leader politici. Questi, peraltro tendono a guardare soltanto al proprio elettorato, una tendenza che, nel quadro dei negoziati sul rapporto della UE con il Regno Unito, potrebbe costituire un ostacolo. Questo mina a sua volta la fiducia delle imprese e i piani di investimento, con ripercussioni negative sulla crescita e un effetto domino sui mercati. Ovviamente è troppo presto per stabilire eventuali effetti sui dati quantitativi dell’economia”.

“Per gli investitori la sfida ora è capire come posizionarsi rispetto a uno scenario in cui il rischio politico è in aumento”, prosegue Philalithis. “A causa dei rendimenti ai minimi storici, asset class tradizionalmente considerate porti sicuri, hanno perso attrattiva, lasciando gli investitori esposti al rischio di rovesci repentini. Una soluzione potrebbe essere quella di aumentare l’allocazione negli asset asiatici, molto meno esposti al ritorno del rischio politico europeo. Nel breve termine è probabile una sovraperformance su base relativa degli asset dei mercati emergenti”.

“Nel complesso, sto portando GMAI verso un posizionamento più cauto. Questo approccio comporta anche una predilezione per gli asset ibridi, che forniscono una maggiore protezione dai ribassi rispetto ai titoli azionari, pur generando il reddito necessario. Con un range di opportunità che abbraccia tutto il mondo e la possibilità di investire sia in asset class tradizionali che in asset class alternative, il nostro ventaglio di opportunità è davvero ampio: abbiamo tutte le carte in regola per continuare a generare rendimenti interessanti per gli investitori anche in fasi di incertezza”, conclude Philalithis.

“La decisione del Regno Unito di lasciare la UE ha prodotto una consistente volatilità sui mercati mondiali, anche se i mercati finanziari sembrano ora aver recuperato terreno”, spiega Nick Peters, gestore dei comparti FF GMAT Moderate e FF GMAT defensive. “A caldo, però, i mercati sono stati indubbiamente colti di sorpresa dal momento che avevano già ampiamente scontato l’esito opposto. I mercati azionari europei hanno registrato cali dell’ordine del 10%, mentre i rendimenti delle obbligazioni sono scesi ancora di più, spinti dall’aumento della domanda di asset rifugio”.

“L’impatto immediato del voto favorevole alla fuoriuscita del Regno Unito dalla UE è stato così forte anche perché ha riacceso i timori circa la possibilità di una graduale disgregazione del contesto economico europeo. Spesso però i mercati esagerano e in caso di interventi politici si può avere una reazione estrema proprio perché le implicazioni sembrano di così grande portata”, sottolinea Peters. “A mio avviso con questo referendum abbiamo capito fino a che punto gli interventi politici possono impattare la crescita. Se da un lato ciò comporta la possibilità di assistere a un aumento della volatilità, dall’altro quest’ultima può essere usata per individuare opportunità e incrementare i rendimenti dei fondi GMAT”.

Ma quali mosse ha adottato Peters per affrontare quelle giornate di turbolenza? “Nel complesso, i fondi GMAT hanno mirato a trarre vantaggio dalle opportunità offerte dalla volatilità dei mercati. Il voto britannico dimostra come il rischio politico possa incidere negativamente sui mercati, in particolare quando i segnali economici sono deboli e i mercati possono più facilmente essere spinti fuori strada. Nel contesto del calo dell’indice MSCI All Countries seguito al voto Brexit, GMAT Defensive e Moderate hanno registrato performance positive e nettamente migliori della performance di molti mercati azionari europei”.

“Per quanto riguarda la seconda metà dell’anno, la mia attenzione sarà rivolta in particolare all’outlook europeo, soprattutto al referendum italiano di novembre e all’impatto della politica sul sentiment economico”, conclude Peters. “Forse vedremo delle opportunità di acquisto, tuttavia per il momento mi limito a ridurre posizioni con buone performance, scovare nuove opportunità e incrementare l’esposizione nelle asset class che possono fungere da forte fattore di diversificazione in periodi di volatilità del mercato. In questo modo ritengo sarà possibile continuare ad offrire rendimenti interessanti mantenendo un focus sull’efficienza rischio-rendimento e sul contenimento della volatilità”.