Milano chiude in rosso. Mediaset ritraccia, affonda Unicredit

-

L’indice Ftse Mib termina a meno 1,18%. Vivendi al 20% del gruppo del Biscione. Si attende il taglio dei tassi da parte della Federal Reserve

Piazza Affari termina in ribasso di oltre l’1% una giornata piuttosto volatile. In moderato calo i listini europei (più marcato quello di Parigi a meno 0,7%), mentre Wall street viaggia intorno alla parità in attesa della riunione della Federal Reserve: il rialzo dei tassi di interesse appare scontato, e già l’attenzione si è spostata su possibili nuovi ritocchi nella prima metà del 2017.

A Milano ancora forti scambi su Mediaset, che dopo aver segnato nuovi massimi, ha chiuso in progresso dell’1% dopo il gran balzo di ieri (+31,9%). A mercati chiusi Vivendi, che lunedì aveva comunicato di aver rastrellato il 12,3% del gruppo, ha annunicato di aver portato la sua partecipazione al 20%. La guerra insomma è in pieno corso. Fininvest aveva acquisito titoli pari al 40% circa di Mediaset. Secondo il patron del gruppo, Silvio Berlusconi, “l’acquisto di azioni Mediaset da parte di Vivendi, non concordato preventivamente con Fininvest, non può essere considerato altro che un’operazione ostile”. La famiglia Berlusconi, ha aggiunto, è compatta, e non ha “alcuna intenzione di lasciare che qualcuno provi a ridimensionare il nostro ruolo di imprenditori. Per questo abbiamo aumentato la nostra partecipazione e continueremo a farlo nei limiti consentiti dalle leggi”.

In rosso Unicredit che cede il 6,7% all’indomani dell’annuncio dell’aumento di capitale da 13 miliardi di euro e del nuovo piano strategico.

Giù anche Banca Mps (-2%). Il Cda, iniziato oggi pomeriggio, secondo quanto riferisce l’agenzia Reuters è stato aggiornato a domani. Il board dovrebbe riaprire la conversione dei bond subordinati, estendendo l’offerta agli investitori retail, ma ancora non è noto se Consob abbia autorizzato l’operazione. Intanto dalla Bce è arrivata la comunicazione ufficiale del no alla proroga dei termini per l’aumento di capitale fino al 20 gennaio 2017. 

In verde invece Banco Popolare e Popolare di Milano, che hanno annunciato di aver firmato ieri l’atto notarile di fusione tra i due istituti: la fusione sarà efficace dal 1° gennaio prossimo, e ne nascerà il nuovo Banco Bpm che, una volta ottenute le necessarie autorizzazioni da parte di Borsa italiana, dal 2 gennaio sarà quotato sull’Mta (con contestuale delisting di Banco Popolare e di Popolare Milano.