Amissima/Apollo

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Gravemente fuorviante e temeraria la relazione del Cda Carige in vista dell’assemblea del 28 marzo

Il Gruppo Assicurativo Amissima respinge con fermezza le accuse mosse nella relazione predisposta dal Consiglio di Amministrazione di Banca Carige in vista dell’assemblea del prossimo 28 marzo 2017
“Tali accuse sono prive di fondamento e del tutto fuorvianti per gli azionisti”, dice Amissima

Amissima Holdings S.r.l. (“Amissima”), società interamente posseduta investitori affiliati a Apollo Global Management, LLC (nel prosieguo detta società e le sue controllate sono definite per brevità “Apollo”) ed altri investitori, nella sua qualità di capogruppo del Gruppo Assicurativo Amissima, fa riferimento alla relazione predisposta dal Consiglio di Amministrazione di Banca Carige S.p.a. (“Banca Carige”), pubblicata sul sito di quest’ultima in data 24 febbraio 2017, avente ad oggetto la richiesta di autorizzazione assembleare necessaria a continuare l’azione di responsabilità già promossa nei confronti degli ex amministratori dott. Castelbarco Albani e dott. Piero Luigi Montani, rispettivamente ex Presidente e ex Amministratore Delegato di Banca Carige.

Amissima ritiene con fermezza che tale relazione degli amministratori, predisposta in vista dell’assemblea di Banca Carige convocata in data 28 marzo 2017, sia gravemente fuorviante, poiché contiene numerose affermazioni palesemente erronee e omette di dare atto di numerose circostanze essenziali.

In particolare:

– L’acquisizione delle compagnie assicurative Carige Vita Nuova e Carige Assicurazioni da parte di Amissima è intervenuta all’esito di una procedura d’asta, durata oltre un anno, cui hanno partecipato numerosi offerenti e durante la quale Banca Carige è stata assistita e rappresentata da alcuni tra i più rispettati advisor finanziari e legali in Italia, inclusi Mediobanca, Banca Leonardo e Legance Avvocati Associati.

– L’operazione di cessione delle due compagnie assicurative ad Amissima fu approvata all’unanimità dall’organo gestorio di Banca Carige, con il voto favorevole anche dei consiglieri che oggi siedono nell’attuale Consiglio di Amministrazione, nonché – tra l’altro – a seguito di una specifica fairness opinion resa dal prof. Gualtieri che ha confrontato i termini economici dell’offerta risultata vincitrice con le altre offerte ricevute e ha analizzato, in particolare, i termini e le condizioni contrattuali degli accordi che sarebbero stati conclusi con Amissima.

– È del tutto infondata la tesi che vi sia stata qualsivoglia “collusione” tra Amissima o Apollo e i vertici di Banca Carige. Le offensive affermazioni contenute nella relazione degli amministratori in tal senso sono prive della benché minima prova, e non potrebbe essere altrimenti per il semplice fatto che tali prove non esistono.

La relazione degli amministratori contiene inoltre delle singolari accuse a proposito dell’invio, da parte di un’entità riconducibile ad Apollo ad inizio 2016, di una proposta per l’acquisto di non performing loans da Banca Carige, la quale prevedeva anche una importante iniezione di capitale in Banca Carigeda parte di Apollo per consentirle di far fronte alle perdite che le sarebbero derivate da tale cessione di non performing loans. La relazione sottace il fatto che tale proposta è stata presentata a seguito di discussioni coi vertici di Banca Carige e dei suoi advisor finanziari. Ancorché Banca Carige abbia in ultimo rifiutato i termini economici di tale proposta, è del tutto pretestuoso suggerire che vi sia stato alcunché di illecito o improprio nel presentare una proposta in buona fede, peraltro effettuata su invito della Banca stessa e dei suoi consulenti.

Per inciso, dette proposte di acquisto dei non-performing loans erano parte di un progetto industriale di ampio respiro, da svolgersi con altri azionisti della Banca interessati, per partecipare al processo di consolidamento in atto nel settore bancario da una posizione di forza, ed assumevano altresì un impegno di ricapitalizzazione della Banca da parte di alcuni fondi affiliati ad Apollo per Euro 550 milioni al fine di ottenere in concambio una partecipazione compresa tra il 53% e il 59% di Banca Carige. Il nuovo Consiglio insediatosi dopo la scorsa Assemblea, a cui era stato richiesto di esprimersi sull’offerta, l’ha respinta. A distanza di circa un anno, il piano industriale della Banca prevede un nuovo aumento di capitale di Euro 450 milioni a fronte di una capitalizzazione di Borsa di circa Euro 220 milioni alla data del 2 marzo 2017.

La relazione degli amministratori insinua dei dubbi sulle effettive motivazioni che avrebbero portato EVO Banca S.A.U., una banca partecipata in parte da alcuni fondi affiliati ad Apollo ad interrompere nel 2016 le trattative per l’acquisto di Creditis Servizi Finanziari da Banca Carige. Malgrado l’insoddisfazione della Banca rispetto a tale decisione di interrompere il negoziato, al contrario di quanto si legge nella relazione degli amministratori, non sussiste alcun fondamento per poter sostenere che siffatta decisione sia stata illecita sotto qualsivoglia profilo.

La relazione degli amministratori sostiene, senza peraltro offrire alcuna prova a sostegno di ciò, che Amissima avrebbe influenzato negativamente la liquidità di Banca Carige. Per quanto il Gruppo Assicurativo Amissima abbia effettivamente ridotto l’entità dei depositi su conti presso la Banca alla fine del 2015, occorre puntualizzare che Carige Vita Nuova (oggi di proprietà di Amissima) aveva anticipato per iscritto a Banca Carige con preavviso di un anno (e quindi quando tale Compagnia era ancora sotto il controllo di Banca Carige) che l’entrata in vigore delle nuove normative Solvency II a far data dal 1° gennaio 2016 avrebbero imposto la riduzione dei depositi con Banca Carige (stante il rating creditizio della stessa) al fine di rispettare i requisiti di solvibilità prescritti, evitando cosi di dover aumentare (in misura di 1 a 1) i propri requisiti di capitale.

Sulla base di quanto sopra, Amissima ritiene che le allegazioni contenute nella relazione degli amministratori siano sostanzialmente temerarie, oltre che gravemente fuorvianti per gli azionisti, ed è convinta che se detti azionisti voteranno in favore della continuazione dell’azione giudiziale pendente, vi potrebbe essere il rischio di gravi conseguenze economiche pregiudiziali per la Banca, per il suo azionista di controllo ed per i suoi amministratori. In particolare, il proseguimento delle azioni di cui alla relazione degli amministratori produrrebbe un grave danno patrimoniale per la Banca, sia in sede civile in relazione al processo pendente avanti il Tribunale di Genova (stante la richiesta danni in via riconvenzionale che sarà proposta e quantificata in centinaia di milioni di Euro), sia nel contenzioso pendente in sede arbitrale, in relazione al quale Amissima ha già anticipato una richiesta di indennizzo per un ammontare indicato in via preliminare in oltre 200 milioni di Euro.
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Alla luce di quanto precede, Amissima e le società ad essa affiliate si riservano ogni rimedio di legge e sottolineano la gravità delle infondate affermazioni contenute nella relazione e l’ingiustificabile lacunosità dei fatti ivi menzionati.


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