Il commento di State Street alla decisione di politica monetaria della Banca Centrale Europea

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A seguito del meeting odierno del Monetary Policy Committee (MPC) della Banca Centrale Europea (BCE), Michael Metcalfe, responsabile globale macro strategy di State Street Global Markets, Sophia Ferguson, senior portfolio manager active fixed income and currency di State Street Global Advisors, e Antoine Lesné, responsabile Strategia e Ricerca EMEA di SPDR ETFs, hanno così commentato.

Commento di Michael Metcalfe: “La crescita dell’Eurozona è stata deludente, le scelte politiche dell’Italia sono state un elemento dirompente ma, allo stesso tempo, stiamo assistendo a una ripresa dell’inflazione e della crescita dei salari. La BCE è fermamente concentrata su quest’ultimo punto e rimane sulla strada giusta per porre fine al proprio programma di quantitative easing quest’anno. Tuttavia questo non vuol dire che l’inasprimento monetario sia dietro l’angolo. La Banca Centrale ha fatto ben poco per modificare le attese del mercato, secondo cui il primo rialzo dei tassi avverrà verso la fine del prossimo anno. Questa gradualità è pensata appositamente per non destabilizzare i mercati oggi, ma genera delle preoccupazioni nel medio termine sul fatto che la BCE abbia le risorse necessarie in termini di politica monetaria per gestire una prossima eventuale crisi nell’Eurozona, sempre che non sia già in atto”.

Commento di Antoine Lesné: “Come previsto, la BCE ha mantenuto la propria linea d’azione. Sta cercando di uscire dal quantitative easing (QE) entro la fine del 2018 e dovrebbe aumentare i tassi verso la fine del prossimo anno. Il mercato non si attendeva un rialzo dei tassi questo mese ma, nonostante le recenti turbolenze dei mercati emergenti e degli asset di rischio, non ci sono state significativi cambiamenti rispetto al precedente meeting di luglio. L’accelerazione delle retribuzioni è ancora a favore di una graduale normalizzazione. L’euro potrebbe apprezzarsi rispetto al dollaro USA e i rendimenti potrebbero essere trainati da altri eventi di mercato. I rendimenti dei paesi periferici trarrebbero beneficio da questa situazione, in assenza di sviluppi politici legati alla legge di bilancio italiana”.

Commento di Sophia Ferguson: “Data la misura in cui la BCE ha annunciato la propria forward guidance negli ultimi meeting, non sorprende che l’incontro odierno sia rimasto fedele al copione e abbia posto le basi per una graduale riduzione della politica accomodante. In un contesto caratterizzato da un miglioramento delle dinamiche inflazionistiche dell’Eurozona, la tempistica del processo di riduzione della politica monetaria accomodante è diventata abbastanza chiara ma, con la fine del QE all’orizzonte, la Banca Centrale continuerà a tenere sotto controllo i dati economici per comunicare al mercato eventuali aggiustamenti del proprio orientamento di politica monetaria, sia in senso restrittivo che accomodante”.