La trasmissione della collezione d’arte, il vantaggio del trust sulla fondazione. Il ruolo dell’art advisory

Walter Quattrocchi -

Il Report Art & Finance di Deloitte conferma come la maggioranza dei wealth manager sia oggi fortemente consapevole del ruolo che le opere d’arte giocano nei patrimoni dei clienti e come la domanda di servizi richiesti dai collezionisti si focalizza soprattutto sulla pianificazione del passaggio generazionale.

Il passaggio generazionale di un patrimonio artistico è un momento cruciale della trasformazione di una collezione da passione e volontà di un singolo collezionista a vero e proprio asset ereditario di valore da gestire, amministrare e proteggere.

Il problema che sorge al momento della trasmissione di una collezione è il mantenimento della sua integrità e della sua conservazione poiché in caso di smembramento, potrebbe perdere di valore sia artistico che economico.

Inoltre sempre più spesso assistiamo e con un successo crescente, dopo la morte del collezionista, ad aste single owner, ossia quelle che mettono in vendita intere raccolte, segnale di come sia difficile continuare a gestire una collezione senza il suo creatore.

L’ordinamento italiano e internazionale offrono numerosi istituti finalizzati alla gestione di una collezione e del suo passaggio generazionale, tuttavia i due strumenti giuridici maggiormente usati in Italia, come risposta a questa esigenza, sono le fondazioni e il trust.

Lo strumento preferito nel nostro Paese dai collezionisti per assicurare l’unità della collezione e la sua gestione più efficace ed efficiente nel presente come nel suo futuro è stato, ed è ancora oggi, la fondazione.

Il ricorso all’istituto del trust è ancora poco diffuso in Italia, ma vedremo più avanti come nel caso di un passaggio generazionale di una collezione si rivela come uno strumento molto più duttile per le esigenze di un collezionista rispetto alla fondazione.

La fondazione

La fondazione è un ente creato da privati per atto pubblico notarile o per testamento per sostenere attività sociali, educative, filantropiche, religiose, scientifiche e culturali.

L’atto costitutivo detta le regole che il fondatore vuole dare per la realizzazione dello scopo no profit della fondazione ed affida ad amministratori di fiducia del fondatore la gestione della fondazione.

Una volta costituita, la fondazione ottiene il riconoscimento dall’autorità competente e assume la veste di persona giuridica.

Il trust

Il trust viene istituito dal disponente per un scopo che deve essere meritevole di tutela come può essere quello successorio e familiare.

Il disponente detta nell’atto istitutivo le regole cui il trustee dovrà attenersi per la gestione del fondo in trust e indica quali sono i beneficiari del fondo stesso, riservandosi spesso di essere il controllore del trust, figura che ha l’incarico di verificare che il trustee operi secondo le regole indicate nell’atto istitutivo.

La destinazione e il confinamento del fondo in trust consente che detto fondo non sia aggredibile dai creditori del disponente ( che può rimanere segreto), del trustee e dei beneficiari e non entri a far parte del patrimonio personale del trustee, né sia soggetto alla sua successione.
Il nostro Paese è stato tra i primi a riconoscere l’istituto del trust nel 1992.

Differenze tra fondazione e trust

Qualora la fondazione non sia più in grado di perseguire il proprio scopo, il patrimonio, la collezione, diviene di proprietà pubblica e viene devoluta ad una fondazione che persegue uno scopo simile.

Questo dimostra come la fondazione sia un istituto che deve sottostare al controllo pubblico.

Il ricorso al trust per finalità successorie consente invece alla collezione di rimanere nell’ambito della famiglia secondo un asse ereditario in linea retta.
Infatti i beni vengono affidati a un terzo ( trustee) perché li amministri e li gestisca per poi restituirli alla fine del periodo di durata del trust ai soggetti indicati dal disponente.

Il collezionista, in vita, o con atto mortis causa può istiture un trust in cui conferire l’intera collezione, ordinando al trustee di tutelarla, valorizzarla, con attività di promozione, come prestiti e mostre, di arricchirla con nuove opere, senza snaturarne il carattere originario.

Il vantaggioso trattamento fiscale del trust

In Italia rispetto agli altri Paesi europei il trust beneficia di un vantaggioso trattamento fiscale: nel caso di un cosiddetto trust successorio con beneficiari i discendenti in linea retta del disponente, le attribuzioni al trust di beni godono di una franchigia di 1 milione di euro per ogni beneficiario e un’aliquota del 4% sul maggior valore.
Nulla sarà dovuto dai beneficiari al termine finale del trust, essendo già stata pagata un’imposta al momento della attribuzione dei beni.
Inoltre il trust a differenza della fondazione non ha obblighi di forma se non quella scritta e non necessita di riconoscimento.

Esempi di trust nel mondo dell’arte

Alcuni esempi di trust operanti nel mondo dell’arte sono il J. Paul Getty Trust e il Fiorucci Art Trust, istituito nel 2011 da Nicoletta Fiorucci per promuovere l’arte contemporanea.

Il collezionista napoletano di arte contemporanea Francesco Taurisano ha recentemente annunciato che entro il prossimo settembre la Collezione Taurisano si costituira? in un trust con beneficiari le nipoti e i futuri figli.

Il trentaquattrenne collezionista partenopeo ha dichiarato che inizialmente farà confluire nel trust 200 opere.

Il ruolo dell’art advisory

Nell’ultimo decennio all’interno delle principali banche italiane si è consolidato il servizio di art advisory utilizzato dai family office e dalla clientela Private non solo per individuare opere d’arte su cui investire, ma anche per gestire patrimoni artistici ereditati, non catalogati, privi di valorizzazione, di cui si conosce poco o nulla.

Emblematico il caso accaduto a Domenico Filipponi, art advisory di Unicredit, che nel 2014 si trovò a gestire la dismissione di alcune opere di una collezione, tra cui una estroflessione di Enrico Castellani.

Dopo alcune valutazioni si optò per la vendita attraverso il canale delle aste: l’opera fu affidata a Sotheby’s per l’Italian Sales di Londra e stimata 1-1,5 milioni di sterline.

L’opera fu inaspettatamente aggiudicata per circa 3,8 milioni: se l’opera fosse stata trattata privatamente in quel momento nessun opera di Castellani aveva superato 1,8 milioni di euro.