E ancora risk-off mode, con la Germania che potrebbe frenare bruscamente

Peter Roseinstreich, Vincent Mivelaz -

Nonostante le previsioni siano per un dato dei Non Farm Payrolls che dovrebbe uscire rafforzato con un aumento di 220.00 posti di lavoro ad agosto (di cui 163.000 solo nel settore privato, dati ADP) grazie anche all’effetto stagionale e che riporta il tasso di disoccupazione per lo meno al 3,8%, non illudiamoci di avere chissà quale spinta all’acquisto sul dollaro, il cui rimbalzo dovrebbe pertanto mantenersi limitato, considerato il quadro macroeconomico e geopolitico in generale.

Il Presidente Trump sta infatti dando il meglio di sé per deviare ogni notizia positiva relativa agli Usa: apparentemente starebbe provando ad aprire un nuovo fronte nella guerra commerciale globale confidando al WSJ di essere innervosito dagli attuali accordi commerciali con il Giappone. Una boutade che esce proprio mentre si sta raggiungendo il livello più critico a causa delle tensioni tra gli Usa e la Cina dal momento che Trump minaccia nuove tariffe contro Pechino, che a sua volta non si lascerà intimorire imponendo misure ritorsive qualora l’amministrazione americana dovesse procedere nei suoi intenti. Il cambio dollaroyen, che rappresenta il barometro regionale sul rischio, è tornato a 110.62 lasciando presagire un ritorno al risk-off mode.

I mercati azionari americani, che stanno mostrando un’incredibile resilienza, stanno chiudendo una settimana difficile che ha registrato vendite sul settore Tech. Mentre la direzione del dollaro Usa rimane incerta, siamo più fiduciosi sul fatto che rimarranno elevate le pressioni sulle monete ad alto beta come quelle dei Paesi emergenti (Turchia, Russia, Sudafrica).

In Europa, l’economia tedesca si è comportata bene nel mese di agosto ed è riuscita a superare la debolezza manifestatasi nel primo semestre grazie al miglioramento dei servizi e dell’industria manifatturiera anche se l’inflazione è rimasta sotto il 2% grazie alla stabilità dei cambi tra luglio e agosto. Un trend che tuttavia è destinato a cambiare nei prossimi mesi dal momento che la domanda estera di beni potrebbe calare rapidamente come si evince dalla lettura degli ordini manifatturieri che sono rimasti in territorio negativo per il secondo quadrimestre consecutivo (nonostante il rafforzamento dell’economia domestica) sulla scia delle nuove tariffe che gli Usa potrebbero imporre al settore automobilistico.

Ecco perché – anche sulla base degli ultimi dati di bilancio che mostrano un surplus in declino – riteniamo che la Germania crescerà solo moderatamente nella seconda parte dell’anno e che il calo della fiducia si riscontrerà a partire proprio da questo mese.Pertanto non crediamo che l’attuale rimbalzo dell’euro sul dollaro sia sostenibile e ci aspettiamo che ritracci a 1.1570 dal momento che il mercato è in attesa dell’annuncio dei nuovi dazi americani sulle merci cinesi.


Peter Rosenstreich – Head of Market Strategy – Swissquote
Vincent Mivelaz – analista – Swissquote