Effetto Lagarde: la svolta ai vertici della BCE non tocca solo la politica

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È un momento di svolta per l’Europa. Ai vertici di importanti istituzioni come la Banca Centrale Europea (BCE) e la Commissione Europea ci sono due donne. Complessivamente, dalla politica al business, è in atto un miglioramento sul fronte delle pari opportunità. Anche gli investitori possono fare la loro parte e trarne beneficio.

Christine Lagarde, francese, già a capo del Fondo Monetario Internazionale, ha preso il posto di Mario Draghi al timone della BCE dal 1 novembre. Si tratta della prima donna al vertice della BCE e quindi della politica monetaria europea. Ursula Von Der Leyen, tedesca, ministro della difesa del governo di Angela Merkel, della quale è un’alleata di lunga data, ha sostituito Jean-Claude Juncker al vertice della Commissione Ue a Bruxelles.

Queste nomine rappresentano una pietra miliare nel percorso di empowerment femminile.

Il Global Gender Gap Report diffuso dall’ultimo World Economic Forum dimostra che diverse nazioni hanno raggiunto risultati importanti sul tema dell’uguaglianza tra i generi. E a livello aziendale, un rapporto sull’uguaglianza di genere redatto da Equileap mostra che complessivamente c’è stato un miglioramento importante nelle top 200 aziende globali nel 2018. Per esempio, le donne hanno avuto il 34% dei ruoli nei consigli d’amministrazione (rispetto al 30% nel 2017) e il 26% dei ruoli esecutivi (rispetto al 20% nel 2017). Tuttavia, si tratta di un progresso lento. Il mondo è ancora ampiamente dominato da uomini, in politica come nel business.

Italia: si deve fare di più

Quanto all’Italia, migliora in tema di pari opportunità, ma la sua posizione è inferiore alla media europea. L’Eige (European Institute for Gender Equality) colloca l’Italia appena al quattordicesimo posto fra i 28 paesi membri dell’Ue. Le donne italiane sono ancora molto discriminate in casa, nella parità salariale, nell’occupazione, secondo l’ultimo rapporto, che assegna all’Italia un punteggio di 62,1 (su un massimo di 100 che indica la totale parità) contro un 66,2 di media europea (+4%).

Opportunità per gli investitori

Ci sono molte opportunità per investitori che vorrebbero, potenzialmente, mettere il loro capitale a frutto in aziende con buone politiche di pari opportunità e d’inclusione. Tuttavia, la sfida è sapere dove andarle a cercare. La maggior parte delle aziende interpreta le pari opportunità come assunzione e gestione di talenti e tiene statistiche sul numero di donne, minoranze etniche o orientamenti sessuali delle persone che impiega. Può essere relativamente facile per gli investitori venire a contatto con i dati di un’azienda sul numero di donne che impiega e su quante occupano posizioni senior.

Il grafico sotto (elaborato da Credit Suisse per la quarta edizione della sua ricerca sulla parità di genere) mostra la performance finanziaria dei titoli azionari di aziende a seconda della percentuale di donne che hanno nel management. Come si può vedere, le aziende con più donne al comando hanno riportato migliori performance.

 

Fonte: Credit Suisse Research, CS Gender 3000

 

La diversità come base della performance finanziaria

Diversità e inclusione, da sole, non sono basi sufficienti per le decisioni d’investimento. Le comuni metriche finanziarie continuano ad applicarsi. Ma diversità e inclusione sono fattori di lungo termine che hanno dimostrato di essere alla base della performance finanziaria di un business. Una ricerca del team Rosenberg Equities di AXA IM suggerisce che la diversità può consentire ad aziende altamente profittevoli di tener testa alle forze competitive, come per esempio la concorrenza dei prezzi.

L’analisi mostra che il livello di diversità nel board non va solo associato a migliori risultati finanziari oggi, ma può anche essere un indicatore della capacità di un’azienda di proteggere i suoi profitti in futuro.

Ecco come gli investitori possono fare la differenza

Incontrare il management di un’azienda e discutere sul tema delle pari opportunità può aiutarci a comprendere meglio quanto è inclusiva un’azienda. Dobbiamo chiederci se la sua cultura consente alle donne uguale accesso alle promozioni e a sviluppi della carriera, alla flessibilità e ad aumenti di stipendio, tra le altre cose. Soprattutto, può aiutare a capire se una società si sta muovendo nella giusta direzione, anche se i suoi dati sulla politica di genere ancora non lo dimostrano.

È anche interessante capire se un’azienda ha avuto un problema di qualche sorta a livello di uguaglianza di genere, o di discriminazione, e come l’ha affrontato. È possibile che in un business che impiega centinaia di migliaia di persone, non tutti si comportino secondo i valori condivisi dall’azienda. Quello che conta è come la leadership affronta un problema del genere.

Su Christine Lagarde ci sono molte aspettative che possa portare una ventata d’aria fresca alla BCE. È avvocato per formazione e non un’economista, eppure molti analisti, me stessa inclusa, credono che possa portare alla direzione della banca centrale qualità come le sue doti politiche e di apertura al dialogo. Similmente, nel mondo corporate, le donne sono sempre più valorizzate per quello che possono offrire – e per gli investitori credo ci siano molti benefici potenziali nel guardare al di là del semplice processo di assunzione di talenti di un’azienda, basato sul genere, e oltre le metriche salariali e scegliere di investire in aziende con un buon track record sulle pari opportunità.