Inflazione e Treasury Inflation Protected Security (TIPS)

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L’inflazione non esiste più! Anche per il 2020 il tasso di crescita dei prezzi atteso non desta preoccupazioni e tutte le maggiori Banche Centrali restano in modalità espansiva. Conviene quindi proteggersi dall’inflazione?

Pochi giorni fa è morto Paul Volcker, storico Presidente della Federal Reserve che durante il suo mandato (1979-1987) riuscì, grazie ad una drastica e dolorosa politica monetaria restrittiva (denominata Volcker shock), ad abbattere in soli 3 anni l’inflazione americana da oltre il 13% raggiun­to nel marzo del 1980 al 3,2% nel 1983. Volcker innalzò il tasso ufficiale di sconto fino al 21,5%, mossa che contribuì in modo decisivo alla doppia recessione del ‘80 e ’81 e che portò la disoccupa­zione americana oltre il 10%.

Solo nel novembre del 1982 gli Stati Uniti tornarono a crescere, dopo che la Fed fu oggetto di feroci contestazioni. Da allora ebbe inizio una lunga fase espansiva che si protrasse per tutti gli anni ’80. A distanza di quasi quarant’anni le politiche monetarie della Federal Reserve, e delle altre maggiori Banche Centrali, hanno ancora una notevole un’influenza sull’an­damento non solo dei mercati finanziari ma anche dell’economia reale. Da quasi un decennio, però, l’inflazione non rappresenta più il grande nemico da sconfiggere.

Nonostante l’economia globale si trovi nella fase avanzata del più lungo ciclo di espansione mai registrato, gli indici dei prezzi al consumo si manten­gono su livelli bassi un po’ ovunque e le stime per i prossimi anni non fanno intravvedere inversioni di tendenza. Questo ha consentito il prolungarsi delle manovre espansive delle Banche Centrali che, se da un lato hanno favorito il recupero dei mercati dalla grande crisi del 2008, dall’altro hanno schiacciato le curve dei rendimenti obbligazionari su livelli stori­camente bassi. Ma sarà davvero così? La Globaliz­zazione ha veramente sconfitto quello che Volcker chiamava “Inflationary Dragon”? Solo il tempo potrà darci una risposta certa.

Quello che possiamo notare oggi è che i “Tips” americani (le obbligazioni indicizzate all’inflazione) esprimono una “breake­ven inflation” a 5 anni del 1,61%, con un’inflazione attesa per il 2020 al 2,4%. Se da un lato le stime di crescita del PIL per il prossimo anno sono per un modesto 1,9%-2%, dall’altro un mercato del lavoro in piena occupazione e una crescita dei salari solida, potrebbero portare a sorprese al rialzo. A questi livelli di prezzo, i Tips rappresentano a nostro avviso un’assicurazione a buon mercato.