Boris Johnson ha vinto la scommessa

-

Dopo non essere riuscito a trasformare in legge il suo accordo di Brexit con l’UE, la scommessa di Boris Johnson sulle elezioni anticipate per sbloccare la situazione di stallo in Parlamento ha funzionato a dovere.

Il suo mantra elettorale “Get Brexit Done” gli ha garantito la vittoria alle elezioni nel Regno Unito. La netta maggioranza del Partito Conservatore indica che Londra è sulla buona strada per uscire dall’Unione Europea entro gennaio 2020, dato che il suo accordo di ritiro arriverà sicuramente in Parlamento entro il termine del 31 gennaio. L’ampia maggioranza offre a Johnson un significativo margine di manovra nei negoziati sulle future relazioni con l’UE. Il programma del Partito Conservatore promette di non prolungare il periodo di transizione oltre il 2020, ma ci aspettiamo che una proroga sia richiesta, dopo la data intermedia del 1° luglio, e concessa a tempo debito. Ci aspettiamo un miglioramento del sentiment del rischio e un rally di sollievo delle asset class, anche se si prevede che l’incertezza riemerga a tempo debito. Il Partito nazionale scozzese è sulla buona strada per ottenere consensi significativi in Scozia e potrebbe probabilmente portare col tempo a nuove richieste di un altro referendum sull’indipendenza.

La sterlina è cresciuta notevolmente nei confronti del dollaro USA in risposta ai sondaggi di uscita, salendo a 1.351, segnando il livello più alto dal maggio 2018. L’inflazione è destinata a rallentare, in concomitanza con il rafforzamento della sterlina, il che renderà necessario un taglio dei tassi di interesse in una fase successiva.

Ci aspettiamo rendimenti più elevati lungo le curve del mercato dell’oro, derivanti da un mix di diminuzione delle aspettative di taglio dei tassi a breve termine e aumento della domanda di rifugio sicuro. Alla luce dell’entità del rally della sterlina, non ci aspettiamo che il FTSE 100 performi bene, dato che l’80% dei ricavi è generato all’estero.

Tuttavia, i titoli nazionali, che hanno sovraperformato dai primi di settembre, hanno maggiori probabilità di registrare un vento contrario a seguito dei risultati elettorali. Anche i titoli azionari europei più popolari saranno probabilmente scambiati in misura maggiore; in particolare, ci aspettiamo che nel breve termine sovraperformino i titoli finanziari, poiché fortemente correlati al rischio “no-deal”.