La crescita rischia di essere meno pronunciata, ma l’inflazione continua a destare preoccupazione

-

Il Consiglio Direttivo della BCE sembra avere una visione più positiva della crescita, in linea con la recente stabilizzazione dei dati macroeconomici e con i rischi “meno pronunciati” di ribasso. L’inflazione, tuttavia, rimane ancora una preoccupazione. Le pressioni inflazionistiche sottostanti rimangono contenute e si prevede che l’inflazione globale si aggiri intorno ai livelli attuali, con una politica monetaria che rimarrà molto accomodante “per un periodo di tempo prolungato”.

Revisione strategica: Un lungo elenco

Analogamente ad altre importanti banche centrali, la BCE ha formalmente avviato una revisione che esaminerà ogni aspetto del suo mandato e del suo ruolo in modo “ampio e completo”.  La revisione riguarderà non solo l’obiettivo della banca centrale in materia di inflazione, che rimane il suo mandato principale, e la sua “cassetta degli attrezzi” standard, ma anche il modo in cui può comunicare al meglio la sua strategia ad un pubblico più ampio e il modo migliore per incorporare la sostenibilità nel suo quadro di politica monetaria.

Durante la conferenza stampa, il Presidente della BCE Christine Lagarde ha affrontato diverse questioni relative al cambiamento climatico e ai piani della BCE in materia di sostenibilità. Considerando il cambiamento climatico come una “minaccia alla stabilità finanziaria”, Lagarde ha dichiarato che la BCE esaminerà a fondo il ruolo che la banca centrale potrebbe giocare in questo ambito. Tuttavia, non sarà facile delineare chiaramente i ruoli della BCE e dei singoli Stati europei. La revisione dovrebbe durare fino alla fine del 2020, anche se il “sarà finita quando sarà finita” di Lagarde, ha indicato una certa flessibilità rispetto alla data finale. Guardando al futuro, gli investitori si concentreranno su quale sarà l’esito più probabile della revisione e sulle sue implicazioni per i mercati.

Considerate le sfide perenni che la BCE ha avuto nell’aumentare l’inflazione, e con le aspettative di inflazione di nuovo al suo target attuale, è ampiamente previsto che l’obiettivo si sposti in un range intorno al 2% (piuttosto che l’attuale “al di sotto, ma vicino al 2%”). Ciò implicherebbe la possibilità di un superamento dell’inflazione, se ritenuto temporaneo, e rafforzerebbe una propensione maggiormente accomodante per il futuro. La revisione probabilmente vedrà anche l’acquisto di asset diventare formalmente parte degli strumenti di politica monetaria della BCE, piuttosto che un’eccezione. Infine, la BCE dedicherà senza dubbio molto tempo alla sua strategia di comunicazione, viste le sfide che la banca centrale sta sperimentando per la sua politica di allentamento quantitativo e di tassi negativi.

L’eredità di Lagarde e le implicazioni per i mercati

Nel complesso, la revisione sarà l’eredità di Lagarde alla BCE e definirà il suo mandato per guidare la banca centrale in una nuova direzione. Tuttavia, ci aspettiamo che la revisione rafforzi la tendenza accomodante della BCE, mantenendo la politica monetaria sulla strada ben definita delineata dal suo predecessore Mario Draghi durante il suo mandato.

A breve termine, la BCE sarà sollevata nel vedere una certa stabilizzazione dei dati macro-economici europei, grazie anche all’allentamento delle tensioni geopolitiche. La banca centrale sarà comunque pronta ad agire con maggiori stimoli nel caso in cui il rimbalzo si esaurisca. Riteniamo che i tagli dei tassi siano più probabili di un QE aggiuntivo, visti i vincoli legislativi che la BCE si trova ad affrontare intorno a quest’ultimo, e un tiering che sembra funzionare “estremamente bene”, come ha sottolineato Lagarde durante la conferenza stampa.

È improbabile che la revisione abbia implicazioni significative a breve termine per gli investitori, con la probabilità che i tassi continuino a essere negoziati in intervalli ben definiti in assenza di shock di rilievo. Considerando le sfide di un’ulteriore estensione del programma QE, tuttavia, ci aspettiamo che i titoli di Stato a più lunga scadenza registrino una sottoperformance, in particolare nei mercati core, e che le curve si irripidiscano di conseguenza. Tuttavia, se dovesse verificarsi uno shock esterno – ad esempio se gli Stati Uniti decidessero di applicare tariffe punitive alle esportazioni europee, abbiamo qualche dubbio sul fatto che la BCE supererà i suoi limiti interni e risponderà con un maggior numero di acquisti di asset per sostenere i mercati e l’economia. In tal caso, rivaluteremmo di conseguenza la nostra esposizione alla curva; ma per ora, il nostro scenario di base è quello di un ulteriore irripidimento in futuro.

Il credito europeo sembra nel frattempo essere valutato “alla perfezione”, soprattutto nella parte di qualità superiore dell’universo, con valutazioni che non sono così interessanti come 12 mesi fa. È quindi giustificata un’esposizione più neutrale al mercato, con un rischio-rendimento asimmetrico ai livelli attuali. A più lungo termine, tuttavia, i mercati europei del credito dovrebbero rimanere ben sostenuti, non solo dal programma di acquisto della BCE, ma anche dai forti afflussi di cui l’asset class continua a godere, dato che gli investitori europei affamati di rendimenti si avventurano nel credito in cerca di reddito.