L’impatto del coronavirus è sottovalutato, ma i fondamentali globali rimangono positivi

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L’impatto del coronavirus sui mercati minaccia di far deragliare l’economia mondiale. Eravamo positivi sulle prospettive macroeconomiche e sugli asset a rischio in generale prima dell’improvviso scoppio dell’epidemia. Quest’ultima rimane un’enorme fonte di incertezza e l’impatto economico sulla Cina e sul resto del mondo viene probabilmente seriamente sottovalutato.

I severi controlli imposti dalle autorità cinesi sembrano funzionare e il numero di nuovi casi sta diminuendo. Se ciò dovesse continuare, ci aspettiamo una ripresa della produzione in Cina e nel resto del mondo. Nel caso in cui questa previsione dovesse rivelarsi corretta, si potrebbe tornare a considerare i fondamentali – che sembrano positivi. Oltre all’epidemia di coronavirus, abbiamo individuato alcune tendenze che determineranno le prospettive dell’economia globale.

In primis il miglioramento dell’industria manifatturiera, che potrebbe rivelarsi fondamentale per gli utili e le azioni. Il settore ha attraversato una fase recessiva ma presenta ora i segnali di una possibile inversione di rotta. L’Indice PMI ha registrato una piccola ripresa e i nuovi ordini confrontati con le scorte suggeriscono che questo recupero acquisterà slancio. Questa è una buona notizia per i mercati finanziari. L’industria manifatturiera rappresenta una percentuale molto ridotta del PIL rispetto ai servizi nei mercati sviluppati, ma quando si tratta di utili societari e di azioni, l’industria manifatturiera è fondamentale. Questa inversione è guidata dai semiconduttori, grazie all’avvento del 5G. Le auto hanno portato la manifattura verso una recessione, tuttavia iniziamo a vedere segnali di stabilizzazione.

Altrettanto importante il cessate il fuoco nella guerra commerciale USA-Cina. La struttura dell’economia di Pechino sta cambiando in modo significativo, con il settore dei servizi in forte crescita. Mentre le esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti sono diminuite a seguito della guerra commerciale, altri Paesi asiatici e il Messico hanno colmato gran parte del divario. I mercati hanno accolto con favore l’accordo commerciale di “Fase 1” e per ora sembra nell’interesse di entrambe le parti mantenere la pace. Le tensioni commerciali non sono scomparse, ci aspettiamo una ripresa quando le elezioni presidenziali entreranno nel vivo.

La corsa presidenziale negli Stati Uniti potrebbe diventare un problema per i mercati. Questi sembrano credere che una vittoria democratica alle elezioni di quest’anno porterebbe a un rallentamento, e presumono che sarà Trump a vincere. I sondaggi e il mondo delle scommesse sembrano indicare una testa a testa dall’esito più incerto. Questa discrepanza potrebbe risolversi dopo il “Super Tuesday” del prossimo mese.

Gli utili delle società dell’S&P sembrano destinati a una buona ripresa nel corso dell’anno. L’andamento dell’azionario dipende dagli utili, e gli utili dipendono dall’economia. Una volta superato l’impatto del coronavirus, ci aspettiamo che la ripresa del settore manifatturiero e una discreta crescita economica negli Stati Uniti favoriscano una ripresa degli utili delle società dell’S&P nel corso di quest’anno.

Le trattative legate a Brexit proseguono ma potrebbero inasprirsi. Non c’è ragione pratica per cui un accordo di libero scambio di base non possa essere negoziato quest’anno. I negoziati sui servizi saranno soggetti a misure protezionistiche molto più severe, soprattutto a causa del grande surplus commerciale del Regno Unito nel settore dei servizi con l’UE. Indipendentemente dall’accordo che il Regno Unito andrà a sottoscrivere, le imprese britanniche si troveranno in una posizione più debole per competere in Europa. Brexit è una sfida importante per l’economia britannica. Tuttavia, il Regno Unito continua ad essere resiliente, grazie al livello di istruzione della popolazione, alla flessibilità del mercato del lavoro e ad istituzioni eccellenti. Il governo di Boris Johnson sottolinea le divergenze, l’UE vuole il controllo sulle normative britanniche. Un conflitto appare più probabile di un compromesso.

Brexit ha distratto l’attenzione dai fondamentali britannici. C’è stato un forte rimbalzo nei sondaggi economici dopo le elezioni generali, rimangono tuttavia degli aspetti negativi. L’inflazione salariale è in aumento, ma la produttività cresce al di sotto dell’1%. Una crescita dei salari del 4% si traduce in aumento dei costi del 3% all’anno. Questo non è coerente con un obiettivo di inflazione del 2%, qualcosa deve muoversi. Terremo d’occhio la sterlina, dato che potrebbe essere lei a pagarne le conseguenze. Non sono tutte cattive notizie per il Regno Unito. Il mese prossimo sarà annunciata una forte spinta alla spesa per le infrastrutture. Inoltre, i tassi dei mutui britannici sono scesi, il mercato immobiliare si sta stabilizzando di conseguenza e i prezzi potrebbero accelerare questa primavera.